Panama – Isole Marchesi – Traversata Pacifico – Giorno 4

  • Ora locale 08.53 (-8 ore dall’Italia)
  • Posizione 03 17.619N 086 15.100W
  • Vento 15kt da E – velocità 8.2 kt (1 nodo di corrente a favore) – Mare mosso:1,5 mt

La frase del giorno è: il Parasailor è una figata pazzesca !

Ecco appunto il Parasailor. Ma cosa diavolo è un Parasailor ? Come accennato ieri, si tratta di una grande vela a palloncione, tipo spinnaker. La grande differenza con lo spinnaker è la sua rivoluzionaria apertura a “palpebra” o ad “aquilone” posizionata sulla parte centrale alta del velone. Questa palpebra in pratica serve ad “assorbire” le sollecitazioni di carico eccessivo, aprendosi e facendo passare l’aria in eccesso, ad esempio: raffiche di vento o repentini e improvvisi colpi dovuti al moto ondoso. Solitamente uno spinnaker troppo sollecitato e non particolarmente pesante in casi come questi esplode.
Un ulteriore plus del Parasailor, soprannominato anche “vela col buco”, è quello di mantenere sempre la barca in assetto stabile. E’ la vela che si muove a destra o a sinistra, scarica le raffinche e i colpi, mentre l’imbarcazione rimane dritta come sui binari.
Inizialmente eravamo piuttosto scettici se dotarci di Parasailor o meno, poi, dopo aver visto le arie leggere che avremmo incontrato sulla rotta e vista la nostra scarza dotazione riguardo a vele di profondità (il nostro Gennaker è sì leggero, ma per questi mari, esploderebbe in un millisecondo), abbiamo seguito il consiglio di amici navigatori e la scelta si è dimostrata azzeccata, nonostante la spesa.

Andiamo forte con 12 nodi di vento reale, siamo esaltati. Nonostante qualche smadonnamento al momento di issarlo – aperto e chiuso 5 volte, ci siamo incasinati con cime, cimette e legacci, arrotolamenti di scotte, sudate galattiche che manco nella fornace di Curacao, il CPT perplesso sul perchè quel maledetto caricabasso si intreccia sempre con quella stramaledetta cimetta 🙂 – siamo abbastanza sicuri di aver capito come issarlo velocemente, vediamo domani quante risate aggiuntive ci riserverà la manovra. Perry (così abbiamo deciso di chiamare il Parasailor) sarà un nostro grande alleato.

La sula bianca è tornata a volteggiare intorno a Y2K, ormai abbiamo capito trattarsi di una presenza costante nelle prime ore della mattina. Anche stavolta non abbiamo decifrato il colore delle sue dannate zampette, ma è diventata più spavalda, si avvicina di più. Siamo certi di risolvere l’enigma molto presto. Nel frattempo, stiamo decidendo quale nome affibbiarle. “Suletta bedda” – in onore degli amici Siculi – va per la maggiore.
Una seconda presenza a bordo ci lascia sbalorditi: un uccelletto svolazza qua e là prima di appollaiarsi sul pulpito di poppa. La sua livrea ha dell’incredibile! Testa, dorso e parte superiore della coda sono di un nero lucidissimo che con il sole assume sfumature blu cobalto fosforescente. La gola, il petto, pancino e coda inferiore sfumano dal pesca-arancione fino al rosso. Una meraviglia! Lo immortaliamo facendogli un bel servizio fotografico. Resta con noi a riposarsi per un pò, poi riprende la sua strada. Chissà dove è diretto, forse anche lui è un “figlio” delle lontane, ma ormai non più di tanto, Galapagos.

Nel pomeriggio per un paio di ore subiamo un black-out satellitare. Il nostro telefno satellitare Inmarsat non becca più un satellite. Che sarà? Esclusa la rottura dell’apparecchio, le ipotesi più accreditate sono: sovrapposizione di satelliti – stiamo passando da un satellite all’altro – visto che siamo vicini all’equatore – guasto nella rete satellitare, invasione aliena tipo Independence Day con le grandi astronavi che spiaccicano uno dopo l’altro tutti i satelliti intorno al nostro pianeta. Sono pronta a rinfacciare la cosa al Minoia (è un discorso lungo 🙂 ), poi tutto torna normale e il telefono satellitare ritorna “ready for service”. OK niente alieni stavolta.

Il CPT avvista sbuffi di balena. La balena però non si vede.

La sera mega pastasciutta al pomodoro con pancetta cotta in pentola a pressione. Max è ormai esperto in questo genere di cottura e nonostante farà storcere il naso ai “puristi”, il sistema è praticissimo durante navigazioni impegnative e la differenza con cotture tradizionali non si nota per niente.

NOTA – abbiamo passato da un pò la longitudine 82,5° Ovest, punto di cambio dell’ora. Domani mattina aggiorneremo l’orologio di bordo spostandolo un’ora indietro e spiegheremo come calcolare i fusi orari.

MESSAGGI: Un salutone agli amici:
– Francesca e Manuele di Bologna, che non abbiamo ancora ringraziato (che figura) della fantastica confezione di caffè intenso Esse Caffè, prodotta in Italia, grazie ragazzi;
– Michele, Kerry, Clara e Sofia per il breve saluto (MIchele per messaggi non è molto prolisso, pensate che ha scoperto lo smartphone lo scorso anno e qualche volta cerca ancora la tastiera), ma tanto apprezzato. Potete fare meglio!
– Michele, Elena e la piccola (non più quasi) Matilde, grazie per i saluti e le mail, vi aspettiamo in Polinesia;
– Raffaella e Giovanni, di Obiwan, in attesa di passare il canale di Panama e di seguire la nostra scia, vi aspettiamo alle Tuamotu!
– Ai nostri Papà, per gli aggiornamenti sportivi e lavorativi, grazie.
– Infine, ma non perchè ultimo nei nostri pensieri, a Roberto del Blog della Vela, per i suoi aggiornamenti giornalieri per meteo e correnti, grazie stai facendo un ottimo lavoro.

Distanza da Fatu Hiva: 3.235nm

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