- Data: 22/4/2017 Ora locale 09.08 (-9 ore dall’Italia)
- Posizione 08 29.065S 105 50.147W
- Vento 14kt da ESE – velocità 7kt – Mare mosso, onda lunga da ESE 1,5mt. Cielo parzialmente nuvoloso.
- Navigazione vela.
Diario di bordo del 21/4/2017
Oggi, finalmente, eccolo lì. L’aliseo di Sud Est è arrivato e con lui sono spariti i nuvoloni grigi carichi di umidità. Il sole splende e i batuffolotti bianchi tipici corrono nel cielo azzurro. Y2K solca le onde al lasco spaventando – o rompendo i maroni a voi la scelta ?? – miriadi di pesci volanti che schizzano a ventaglio fuori dal’acqua a dritta e a sinistra. Tocchiamo punte di 8 nodi. Il mare si è calmato un pochino, nei prossimi giorni, più scendiamo lentamente verso Sud e più ci muoviamo verso Ovest, dovrebbe essere sempre meglio. L’aliseo teso stende tutte le ondacce maledette create dai temporali della ITCZ.
Condizioni come queste ci fanno in breve tempo dimenticare tutto lo sbattimento e le difficoltà della zona di convergenza.
Abbiamo dormito come ghiri e ci sentiamo belli e riposati. Mettiamo la lenza in acqua, abbocca un doradino minuscolo (in Italia lo avremmo tenuto eccome!) – da queste parti i dorado o lampughe si chiamanao Mahi-mahi – che rilasciamo per rescere ancora un po’, poi qualcosa di davvero più grosso abbocca, perché ci strappa via tutto e noi rimaniamo come due fessi a rimirare la lenza strappata. OK, riproviamoci.
Messi da parte i calzettoni muflonati, oggi ci dedichiamo a controlli accurati dell’attrezzatura, anche perché, per motivi a noi oscuri ci esplode uno stroppino in dynema della manovra del vang. Letteralmente spezzato a metà e questo qui non era una carriola, ma proprio dynema, anche se vecchio di 9 anni. Lo sostituiamo con un’altra cima in dynema, ma più grossa dell’originale. Accadimento interessante.
I giorni scorsi grigi e cupi non si sono dimostrati di aiuto per i pannelli solari che non hanno ricaricato le batterie di bordo come di consueto. Dobbiamo accendere il generatore per la prima volta da quando abbiamo lasciato Panamà. OK si accende, parte e. non fa un bel rumore per niente. Suono cupo, niente sbuffo dell’acqua. Il CPT, dopo aver tirato giù un paio di santi, si arma di santa pazienza e scende in “taverna”, così noi chiamiamo il gavone poppiero dove sono installati i nostri indispensabili amici Dissy (il dissalatore) e appunto il generatore (che non ha un nome perché ci ha sempre creato delle rogne inenarrabili da quando ha messo “piede” a bordo). Il CPT scopre che il generatore non pesca l’acqua di raffreddamento. Le cause possono essere molteplici, dalla presa a mare intasata, alla girante rotta, al filtro a rete sporco. Un centinaio di parolacce dopo il CPT ripulisce il filtro a retina che non è poi così sporco da non far passare acqua, senza filtro apre la valvola della presa a mare e verifica che l’acqua defluisce correttamente, quindi non è intasata, sostituisce la girante pensandola rotta o difettosa (ma era ancora buona). Il nostro generatore ha un separatore acqua-fumi di scarico per rendere più silenzioso il motore. Il CPT quindi ha un’idea geniale e chiude la valvola di uscita dell’acqua di raffreddamento a valle del separatore. L’acqua comincia a passare regolarmente. Possiamo quindi continuare ad utilizzare il generatore, tuttavia indagheremo in seguito e in maniera approfondita le possibili ulteriori cause di questa anomalia.
Abbiamo voglia di mangiare qualcosa di diverso, anche per festeggiare l’imminente passaggio delle 2.000mg, ci prepariamo un ragù a base di proteine di soia essiccate a la “Giovanni” di “Obiwan”. Sicuramente una valida alternativa alla carne congelata a bordo, tuttavia il sapore non è esattamente lo stesso ??
Innaffiamo il tutto con un Malbec Riserva del Chile, davvero buonino.
Dato che il sistema adottato la notte passata ci è piaciuto tantissimo, nonostante le condizioni non siano le stesse, bissiamo anche oggi. Velatura ridotta e nanna per un equipaggio riposato e felice ??
Alle 5 del mattino ci sentiamo chiamare al VHF. Ma chiminkia è? Già ci immaginiamo uno scenario tipo super portacontainer saltata fuori dal nulla in rotta di avvicinamento. Scopriamo trattasi di tale “Miss Tiggy”, un Oyster partecipante alla Oyster Rally con armatori Australiani, anche loro diretti a Fatu Hiva. E’ parecchio lontano da noi e fuori dalle zone di allarme impostate sul radar. Hanno visto la nostra traccia AIS e hanno pensato bene di contattarci per curiosità e per salutarci. Cari ragazzi, lo apprezziamo molto e ci ha fatto anche piacere scambiare due chiacchere, ma tessssori alle 5 del mattino ci avete fatto prendere un coccolone mondiale eh?
E’ il momento di cambiare ancora una volta l’ora di bordo. Spostiamo le lancette un’ora indietro. Eccoci a -9 ore dall’Italia.
Distanza da Fatu Hiva: 1935nm MUTE LE DUEMILA!!!! e Papà Pietro ci ha visto giusto! Siamo a metà percorso ??
Ma non avete anche il generatore ad elica .?