Torniamo ancora un po’ indietro nel tempo, di nuovo in Polinesia, ma questa volta vi raccontiamo di quella che per quanto ci riguarda – fra tutte le Isole della Società – è “la più bella del reame”: Huahine.
Huahine fa parte del gruppo delle Isole Sottovento (insieme a Raiatea, Tahaa e Bora Bora), dista circa 100 Mn da Tahiti (partendo da Papeete) verso Nord Ovest. Normalmente la navigazione verso Huahine si effettua in notturna, di solito partendo il tardo pomeriggio, in modo da arrivare alla passe la mattina successiva con la luce. L’isola è circondata da un reef esterno molto ampio – ben segnalato dalle carte – tuttavia è importante non sottovalutarlo e mai navigare troppo vicino ad esso specialmente con vento forte e mare formato. Nel canale fra Raiatea–Tahaa e Huahine è possibile incontrare onde decisamente più grosse di quelle che ci si aspetterebbe in base alla forza del vento del momento.
Non si tratta di una nostra “fisima”, il reef di Huahine miete almeno una vittima a stagione e non è affatto raro vedere ciò che ne rimane tristemente abbandonato sulla barriera corallina. Purtroppo un catamarano nostro “amico” con il quale abbiamo attraversato le chiuse del canale di Panama ha fatto naufragio, schiantandosi sul reef a sud, proprio per esserci passato troppo a ridosso. Il suo relitto era ancora lì quando siamo arrivati noi. Quindi occhio.
Huahine ha 5 passe, tutte navigabili. Le due principali si trovano a Ovest, Nord Ovest (Avamoa e Avapehi), la terza si trova a Sud (Araara) ed è piuttosto stretta, ma profonda. La quarta è situata a Est (Farerea) e la quinta a Nord Est (Tiare). Avamoa e Avapehi sono larghe e molto profonde e danno accesso alla laguna interna e ad un canale navigabile da Nord a Sud, anch’esso molto profondo e ben segnalato. La pass di Sud Araara porta ad una mini laguna splendida, circondata da motu e barriera, ma lo spazio per dare fondo è limitato. Non siamo andati nella parte Est di Huahine che normalmente è esposta ai venti predominanti.
Arrivando da Tahiti, è più conveniente utilizzare la pass Avapehi. Noi entriamo appunto da lì. Già dall’arrivo, Huahine offre uno spettacolo memorabile, di rara bellezza. E’ un’isola lussureggiante, di un verde intenso. Il profumo della sua terra è percepibile immediatamente. Le montagne sono picchi verdeggianti e sorgono da un mare blu cobalto.
Approcciando la pass Avapehi non è affatto cosa rara non solo imbattersi in gruppi di delfini amichevoli, ma anche nelle meravigliose megattere come succede a noi, proprio mentre siamo in procinto di allinearci per entrare. Durante la stagione della riproduzione questi enormi mammiferi si spostano dalle fredde acque dell’antartico fino ai tropici, percorrendo migliaia di miglia, per partorire e allevare i loro piccoli nelle acque calde e ridossati sottovento alle grandi isole.
Innumerevoli baie e baiette si aprono all’interno della laguna e offrono tantissime possibilità di ancoraggi riparati. In alcuni casi, le insenature sono talmente ridossate e protette che l’acqua del mare è così immobile da risultare torbida. Sono davvero ottimi ripari in caso di forte maltempo e venti di burrasca. Attenzione, però, alle profondità di questi ancoraggi che sono piuttosto elevate un po’ dappertutto.
Se la meteo è “normale” e non ci sono eventi particolari, i luoghi più belli ove dare fondo si trovano tutti fra l’isola e la barriera corallina.
Il villaggio principale è Fare ed è situato a Nord Ovest, davanti alla pass Avamoa. Noi non ci siamo stati, ma barche amiche ci hanno raccontato che è possibile dare fondo senza troppi problemi di profondità oppure prendere un gavitello. Considerato che la zona di ancoraggio si trova quasi in mezzo alle due pass, è importante tenere conto delle correnti entrante e uscente per evitare di trovarsi in situazioni antipatiche con ancora e calumo a favore di vento e barca al traverso.
Nota: affinché non rimaniate delusi nelle vostre aspettative, le Isole della Società, Huahine inclusa, non sono esenti dal turismo e “deserte” come le Tuamotu. A Raiatea ci sono le basi delle più grosse società di charter mondiali che attirano numerosi clienti. Tuttavia, è importante precisare che qui è impossibile ritrovare il vero e proprio affollamento, stress o maleducazione diffusa “stile Mediterraneo”. Per molti motivi fra i quali i principali sono i costi (fra viaggio aereo e noleggio barca) e la lontananza dal resto del mondo, la Polinesia rimane una destinazione di vacanza per pochi.
Se però si è particolarmente schizzinosi , allora i mesi da Settembre a Novembre sono i migliori: pochissimi charter poiché si entra in bassa stagione e meteo ancora molto buona.
Il primo ancoraggio di cui vogliamo parlarvi e dove abbiamo trascorso una sosta molto piacevole si trova a Ovest dell’Isola e a Sud Est del Motu Vaiorea.
Le coordinate sono: 16°46,823 S; 151°01,739 W.
Ci sono 5 gavitelli (gratuiti) in ottime condizioni, posti davanti ad una spiaggetta meravigliosa di sabbia bianca. Se avete una barca che pesca poco o un catamarano, è possibile dare fondo più vicino alla spiaggia su sabbia. A Ovest si trovano il Motu Vaiorea e la lunga barriera corallina di Huahine. Entrambi questi ultimi sono ottimi luoghi dove immergersi per fare snorkeling e nuotare con le aquile di mare.
I colori sono splendidi e il paesaggio è reso ancora più affascinante dalle isole di Raiatea e Tahaa che fungono da sfondo al turchese accecante del reef. L’ancoraggio è ben riparato dagli alisei dominanti, il ridosso è ottimo anche con Est o ESE/SE molto forti.
A terra c’è una capanna dove è possibile trovare Philippe, un polinesiano che accoglie con la solita simpatia tutti i navigatori che decidono di sostare qui. Non chiede soldi o altro, offre consigli su come seguire un sentiero fin sulla collina per ammirare la vista dall’alto, racconta la storia della “sua” spiaggia e, per chi vuole, vende piccoli monili creati da lui stesso con le conchiglie. Noi gli regaliamo una bandiera italiana con i nostri nomi e il nome della barca.
Al di là della spiaggetta e fuori dai sentieri la vegetazione è quasi impenetrabile e le mangrovie arrivano fittissime fino al mare creando una specie di tunnel nel quale è possibile passare chinandosi.
Il secondo splendido ancoraggio si trova a Sud di Huahine, esattamente alla fine del canale navigabile. In questo punto, infatti, il canale si apre in un grande specchio di acqua con profondità accettabili dagli 8 ai 12 metri e fondali sabbiosi e liberi da pericoli. Si tratta della Baia d’Avea.
Le coordinate sono: 16°48,630 S; 150°59,644 W.
Sono presenti almeno 5 gavitelli – anche in questo caso in ottimo stato – assolutamente gratuiti, ma c’è tanto posto per dare fondo alla propria ancora in tutta tranquillità.
Nonostante la posizione possa trarre in inganno, Baia d’Avea offre un notevole riparo anche dai forti venti di Sud-Est – anche SSE – grazie all’estesa barriera corallina e al promontorio che delimita la pass Araara. Durante la nostra permanenza in questo ancoraggio, ci siamo presi una bella sventolata provocata da una perturbazione di passaggio. Abbiamo avuto sui 25-30 kt per 24 ore e siamo stati molto bene.
Dalla parte della montagna, la baia è circondata da spiagge e abitazioni nascoste nel verde. Ci poi sono bar e ristoranti, in particolare, l’hotel Le Mahana accoglie i “barcaioli” per un drink al bar, per il pranzo o per la cena. L’hotel è tranquillo, senza fronzoli, ma pittoresco e con una vista unica al mondo. Noi abbiamo pranzato sulla loro terrazza affacciata sulla bellissima spiaggia e ci siamo stupiti di quanto il prezzo fosse onesto tenuto conto del luogo.
Poi c’è la barriera corallina di Huahine tutta da esplorare a bordo del dinghy con il quale ci si può spingere fino a raggiungere la pass di Sud Araara e la lagunetta che costituisce la Baia Parea. Un posto bellissimo, con un’acqua trasparentissima a tal punto da non essere necessaria alcuna maschera per vedere il fondo. I coralli sono vivi e coloratissimi e naturalmente abitati da innumerevoli creature viventi.
Sempre con il dinghy, è possibile gironzolare attorno al Motu Araara che si trova a Est dell’omonima pass. Qui ci sono polle di acqua turchesi in cui stare a bagnomaria per ore, teste di corallo da esplorare con maschera e pinne e spiaggette bianche dove piazzarsi a bagnomaria osservando sule e fregate contendersi le prede.
Huahine è splendida anche da terra. Noi non abbiamo modo di visitarla interamente, ma, lasciando il dinghy presso il pontiletto dell’hotel Le Mahana, ci facciamo una bella passeggiata sulla strada principale fino a raggiungere uno fra i siti archeologici più interessanti di Huahine (ce ne sono molti, alcuni molto antichi), dove è possibile ammirare un antichissimo marae (luogo sacro o tempio), il Marae Anini.
Come accennavamo all’inizio di questo post, Huahine meriterebbe da sola settimane e settimane di permanenza in modo da esplorarla da cima a fondo, da mare e da terra. A nostro parere, rimane la più bella delle Isole della Società, la più genuina e la più affascinante.
Insomma, da NON perdere assolutamente.