Considerazioni sulla traversata del pacifico

Dopo un paio di giorni di relax, più che meritato, un po’ di pulizia della barca e qualche lettura, torniamo a voi con qualche considerazione tecnica sulla traversata appena fatta.

Rumb line (rotta ortodromica): 3.790nm

Miglia percorse: 3.945nm

Tempo impiegato: 29gg, 1 ora e 34 minuti

Velocità media: 5,66kt

Velocità massima a vela registrata: 10,8kt

Velocità minima a vela registrata: 3,2kt

Velocità Massima del vento incontrato: 22kt da SE

Velocità minima del vento incontrato: 3kt da E

Altezza massiama onda (stimata) incontrata: 3,5 da SE

24h più veloci: 175nm

24h più lenti: 90nm

Ore motore: 212h

Ore Generatore: 21h

Consumo gasolio: 480lt – 2,2lt/h

Acqua dolce consumata: 1.150 lt

Barche incontrate (a vista): 3 (1 vela, 2 motopesca)

Barche segnalate da AIS (compreso quelle sopra): 6 (3 vele, 3 motopesca)

Animali incontrati: Delfini, Balene Pilota, Foche, molti uccelli di specie diverse

Da quanto si può vedere sopra, non è stata una traversata veloce, complice sicuramente il vento, scarso in molte zone percorse.

Sicuramente non siamo un equipaggio da regata e non ci piace nemmeno spingere molto la barca. Preferiamo il confort e la stabilità rispetto alla velocità e il movimento della barca. Inoltre vogliamo preservare le attrezzature, quando si spinge le rotture sono più facili a venire.

Ogni sera prima del tramonto se stavamo usando il Parasailor, questo veniva ammainato e sostituito con il genoa, la randa veniva comunque ridotta di superficie, anche se le condizioni del vento e del mare erano calme.

Abbiamo usato moltissimo il motore, soprattutto in zone dove non ce lo saremmo mai aspettato. Avevamo previsto di usarlo la prima settimana, quella di avvicinamento alle Galapagos e anche per l’attraversamento della zona di convergenza a sud dell’equatore. In realtà l’abbiamo usato anche moltissimo a 10/11 gradi Sud dove normalmente l’aliseo la fa da padrone.

Così facendo abbiamo dovuto razionare l’uso del motore, per mancanza di gasolio, trovandoci spesso a navigare a vela anche a 3,5kt.

L’andatura a vela più utilizzata è stata quella a farfalla con il genoa tangonato sopravvento, seguita dal Parasailor (senza randa).

Quest’ultimo era per noi una novità, quindi abbiamo dovuto imparare anche ad usarlo, abbiamo capito che è la vela di profondità che cercavamo; è incredibile come sia in grado di stare a riva anche con pochissimo vento. Grazie al Parasailor spesso abbiamo navigato a vela dove diversamente avremmo acceso il motore. Nella prima parte della navigazione, prima delle Galapagos, l’andatura più frequente è stata al traverso ed abbiamo sofferto la mancanza di un Genoa vero e proprio. Il nostro nuovo genoa ha più l’aspetto di uno Yankee, tagliato molto alto e più piccolo del solito, 120% della J al posto del 140% dell’originale. Forse è stato un errore farlo così.

I turni di guardia per noi sono stati molto flessibili e spesso anche assenti. Essendo in due abbiamo dovuto fare delle scelte.

Durante il giorno nessun turno di guardia previsto. Chi ha sonno lo dichiara e va a dormire, a l’altro l’onere di gestire la barca.

La notte, che per noi iniziava alle 20.00, gestivamo i turni in base al tipo di condimeteo in cui ci trovavamo. Abbiamo optato per le classiche 3 ore di turno, oppure andavamo a dormire entrambi. Abbiamo organizzato la dinette della barca come un grande letto dove potevamo dormire sia longitudinalmente che trasversalmente alla barca. Di fronte avevamo il monitor con gli strumenti, l’AIS ed i radar riportato. Impostavamo allarmi di prossimità e di cambio vento, in più di una occasione abbiamo dormito ‘quasi’ sereni. Questa configurazione ci ha permesso davvero di gestire al meglio la navigazione notturna ed il riposo permettendoci di non stancarci inutilmente.

I consumi elettrici sono stati la vera sorpresa di questa traversata. E’ ovvio che se andavamo a motore non era un problema, tanto che abbiamo anche dissalato e consumato molta acqua visto il motore spesso acceso. Quando invece la navigazione era solo a vela, i pannelli, l’idrogeneratore e il generatore eolico non riuscivano a sopperire ai consumi di bordo che per la nostra barca in navigazione sono di circa 250Amp nelle 24 ore. Il motivo non era la mancanza di potenza. I 600 Watt di potenza di pannelli non riuscivano a lavorare bene perchè la navigazione EST-OVEST impediva al sole di colpire i pannelli. Questi lavoravano bene dalle 9 del mattino (sole alle spalle) sino alle 14 circa, quando il sole si trovava ormai coperto dalle vele (verso ovest) lasciando i pannelli in ombra. L’idrogeneratore ha lavorato sempre 24 ore su 24, ma la nostra velocità è sempre stata molto bassa impendendogli di rendere al massimo, l’elica montata ha bisogno di avere almeno 7kt di velocità per far rendere i 300watt di cui è capace. E che dire del generatore eolico, questo funziona solo se c’è vento, noi ne abbiamo avuto poco e quel poco di poppa, pertanto con un vento apparente sempre molto scarso. Ecco perchè la sera dovevamo accendere il generatore a gasolio per un paio di ore.

Le rotture sono state poche e di poco rilievo.

Abbiamo rotto un cima del Lazy Jack, che purtroppo non siamo riusciti a riparare in navigazione per l’impossibilità di salire sino alla seconda crocetta, il moto ondoso era sempre abbastanza presente e solo in caso di reale emergenza saremmo saliti sull’albero.

Abbiamo rotto uno stroppo di dyneema del circuito del vang, sicuramente per usura. Lo abbiamo prontamente sostituito.

Abbiamo rotto un carrello rudgerson collegato ad una stecca, quella più in basso. Si è rotto perchè lavorava male quando la prima mano di terzaroli era armata, la vela veniva tirata troppo verso poppa e lo sforzo sul carrello è stato fatale. Non abbiamo potuto ripararlo e non ne abbiamo di rispetto.

Il vero eroe della traversata, così come per l’atlantico, è il nostro fidato ed instancabile pilota automatico.

E’ lui che è stato sempre inserito ed in funzione 24 ore su 24 salvo qualche disinserimento di 5 minuti per verificare che il timone fosse sempre morbido e senza ‘giochi’ particolari.

Infine che dire di Y2K, la nostra bella ed affidabile barca. Qualche volta vorremmo avere un barca diversa, di qualche cantiere più prestigioso, ma poi dopo una traversata del genere ci chiediamo il perchè di questo desiderio. Lei naviga bene, veloce quando ha vento, tanto che dobbiamo rallentarla noi, vorrebbe sempre correre, noi meno. In più di una occasione, sdraiati a dormire in dinette, sentivamo la barca che godeva, che gioiva, vedevamo la velocità SOG (Speed over ground, velocità indicata dal GPS) segnare costantemente 8/9 nodi, mentre la barca viaggiava dritta, qualche colpetto a destra e qualche colpetto a sinistra, come piccole correzioni, non abbiamo mai capito se del timone o dello scafo, ma la sensazione di sicurezza erano uniche, assomigliava molto alla sensazione che ti può dare un treno quando lo senti sui binari.

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ADVENTURE
7 anni fa

Grazie per aver condiviso con noi questa avventura che tutti noi avremmo voluto fare, ma che solo pochi hanno fatto. Voi siete nel ristretto numero di amici che possono insegnarci che anche con una barca di serie e tanto amore per il mare i sogni possono diventare realtà. BRAVI BRAVI BRAVI

anbi63
7 anni fa

Cari Alessandra e Massimiliano,
Complimenti!
Seguo da tanto il vostro blog e vi ho virtualmente accompagnato giorno per giorno nelle traversate attendendo con ansia tutte le sere i vostri nuovi post.
Grazie per le informazioni pratiche ma soprattutto per le emozioni che trasmettete.
Anche noi, navigatori di piccolo cabotaggio, attraverso i vostri racconti, possiamo provare ad immaginarci tanto coraggiosi da partire per il grande viaggio!
Intanto quest’anno, attratto anche dalle vostre descrizioni, proverò a navigare da Salerno fino a Trapani e le Egadi, e non è poco per me…
Grazie ancora e Buon vento per tutto!
Antonio, Isabella e la ciurma di Kalù II

Unknown
7 anni fa

Grazie per avere condiviso con tutti noi questa splendida avventura che sicuramente continuerà. Vi aspettiamo a Palermo per organizzare (alla LNI) una serata in vostro onore. Roberto T.