Panama – Isole Marchesi – Traversata Pacifico – Giorno 17

  • Data: 25/4/2017 Ora locale 10.10 (-9 ore dall’Italia)
  • Posizione 08 51.038S 114 01.328W
  • Vento 18-20kt da ESE – velocità 7.5kt – Mare molto mosso, onda lunga da ESE 2,5mt. Cielo sereno.
  • Navigazione vela.

Diario di bordo del 24/4/2017

Notte rollante numero 2. Se ieri abbiamo ballato la samba, oggi attacchiamo con la rumba. L’aliseo sostenuto ci fa fare medie altissime e guadagniamo molto in longitudine. Le previsioni meteo davano un vento sui 17 nodi di media, durante le ore notturne, invece, abbiamo avuto raffiche fino ai 25.

Solitamente le carte GRIB ci azzeccano praticamente sempre, quindi siamo un po’ perplessi. Cerchiamo di capire il motivo di questo rinforzo, anche perché siamo in mezzo al vuoto cosmico e ci piacerebbe molto evitare marette e situazioni pesanti.

Ci scrive il nostro caro Roby, il nostro uomo-meteo per questa transoceanica. Ha studiato tutti i principali modelli e analizzato la situazione. C’è una forte zona di alta pressione in espansione localizzata a SSE rispetto alla nostra posizione. L’alta pressione crea quindi un bel rinforzo di aliseo che sentiremo fino alla giornata di Martedì in serata. Poi, a partire da mercoledì, l’aliseo tornerà ai livelli medi 15/16kt. Tutto ok, quindi, niente cose strane in arrivo. Bene.

Al mattino, dopo il consueto appuntamento radio con il network della Pacific PaddleJump, mettiamo il naso fuori in pozzetto e ci ritroviamo in mezzo al grigiore totale. Cielo plumbeo, nuvoloni, mare grigio. Si susseguono piovaschi e groppi. Ma scusate un attimo. ma il blu Pacifico ‘ndò cavolo sen’è annato? Le carte meteo ci spiattellano in faccia che ci tocca sta situazione London-Style per tutta la giornata di oggi. Pazienza, ci toccherà attaccarci ai pacchetti di praline al cioccolato per dimenticare.

Il CPT studia gli ancoraggi delle Marchesi. Sono un po’ difficilotti perché si ancora in acqua profonda e non sempre le baie offrono ripari affidabili. In pratica i fondali al di sotto dei 12 metri sono costituiti da rocce. Nelle zone più profonde c’è la sabbia. Una volta arrivati, ci toccherà prima capire se troviamo posto – ci dicono che la Baia delle Vergini a Fatu Hiva sia super affollata – poi riversare in mare praticamente tutti e 90 i metri di catena di cui disponiamo. Domanderete: e se non c’è posto? Se non c’è posto CIPPALIPPA, ce ne andiamo a Hiva Oa a fare direttamente le pratiche di ingresso in Polinesia. Abbiamo la sensazione che staremo poco alle Marchesi, sono isole bellissime ma difficili. Vedremo, manca ancora un po’.

Passiamo il resto della giornata facendo un tubo, in quadrato (tanto fuori c’è la Padania e fa pure freddo). Ogni tanto Obi-wan – il radar – ci fa sobbalzare con un allarme target in zona di guardia. Il solito groppo. Partono le consuete maledizioni e tutta la trafila per studiarne la traccia, evitarlo oppure pigliarselo. E’ così fino a notte, quando il forte aliseo si porta su 23kt. Stiamo tenendo la consueta andatura da venti portanti Randa + Genoa tangonato. Prendiamo una mando alla randa e riduciamo un po’ il genoa. Ce ne andiamo a nanna mentre Y2K fila dritta come un missile. Obi-wan ci sveglia praticamente ogni ora: groppo di qui e groppo di là. Ad un certo punto ne arrivano tre di fila che ci piglieremmo senza alcun dubbio fatto salvo che poi svampano per i fatti loro a poche decine di metri da noi.

Ci scrive papà Virginio, quando ha visto che la nostra distanza dalla meta si attesta intorno alle 1500mg. Ci dice, volendo riportare il percorso a distanze più identificabili, in pratica è come un Genova-Palermo andata e ritorno. Nella stessa mail ricordava a Max, allora solo apprendista CPT di soli 16 anni, di una traversata ben più breve ma vissuta intensamente, Piombino – Baia Caddinas in Sardegna, con qualche stop per diverse avarie ed un tratto in mare aperto dall’Elba alla Corsica eseguito solo con bussola, allora non esistevano altri strumenti di posizionamento come oggi.

Distanza da Fatu Hiva: 1450nm

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