Non so perché, ma recarmi presso una ambasciata Italiana all’estero è sempre stata una cosa che ho voluto fare. Mai mi si era presentata prima l’occasione, per fortuna oserei dire, in quanto spesso ci si rivolge alla propria ambasciata per rogne e problemi insorti nel soggiorno all’estero.
Mi sono sempre chiesto il clima di ‘casa nostra’ in un paese straniero, spesso nei film hollywoodiani si vedono le ambasciate USA, il servizio al cittadino, un posto sicuro in terra straniera su cui contare sempre.
Ho avuto l’occasione di accompagnare un compaesano presso l’ambasciata di Panamá, aveva smarrito la patente ed in Italia vogliono una denuncia in Italiano. Già di per sé questa cosa è assurda, mi sarei aspettato che la mia ambasciata mi potesse in qualche modo fornire assistenza e magari farmi avere un duplicato del documento smarrito o rubato, ed invece no, tutto deve essere eseguito in Italia, fatto salvo che non si sia un Italiano residente all’estero ufficialmente iscritto alle liste AIRE.
Al mio amico quando ha richiesto se era possibile avere un duplicato, gli hanno risposto: non essendo un cittadino residente all’estero, lo potrà fare una volta rientrato in Italia, il nostro amico ha quindi ribadito che non sa quando rientrerà, sta facendo il giro del mondo in barca a vela.
Nessuna risposta.
Nessuna risposta.
Sicuramente la situazione del mio amico, come la mia è di per sé anomala e curiosa, ma nei tempi moderni, chissà quante persone trascorrono un lungo soggiorno all’estero senza per forza essersi traferiti in modo definitivo, insomma il cordone ombelicale con il nostro bel paese è da conservare o recidere, non c’è una via di mezzo.
Ma torniamo alla visita presso l’Ambasciata.
WOW che sede spaziale.
Pure esagerata direi.
Pure esagerata direi.
Poi invece cliccando sul link degli uffici, trovo scritto che si trovano al sesto piano, ok, direi una cosa più consona al nostro povero paese, non siamo mica gli Stati Uniti d’America.
Colpisce subito l’apertura al pubblico, come da buona tradizione degli uffici statali, anche qui non si lavora troppo, solo tre giorni alla settimana dalle 9 alle 12, sembra di essere tornati nell’Italia degli anni 80, si vede che qui Brunetta non è passato.
Un’altra chicca è relativa alle emergenze, solo fino alle 22, perché dopo si dorme e quindi bisogna aspettare le 8 del giorno successivo, forse a Panamá non succede nulla di notte.
Un’altra chicca è relativa alle emergenze, solo fino alle 22, perché dopo si dorme e quindi bisogna aspettare le 8 del giorno successivo, forse a Panamá non succede nulla di notte.
Ad ogni modo, con il nostro taxi raggiungiamo la sede dell’Ambasciata Italiana, non un cartello, non una bandiera all’esterno del palazzo, nulla! Abbiamo dovuto chiedere alla portineria, che ci hanno confermato di aver ‘beccato’ il grattacielo corretto.
Saliamo al sesto piano, fuori dall’ascensore niente, nemmeno qui un cartello, quando lasciamo la zona ascensori, ed entriamo nel corridoio, un po’ scuro. Ci accorgiamo però che è presente una guardia, in fondo sulla destra, sicuramente sarà lì, avvicinandoci vediamo lo ‘stellone’ dell’emblema della Repubblica Italiana.
Chiediamo quindi alla guardia di poter entrare, niente purtroppo non parla Italiano. Riproviamo in Inglese… niente, con il nostro stentato spagnolo capiamo di dover lasciare i telefoni e qualunque accessorio elettronico.
Lasciamo i nostri telefoni, ci viene rilasciata una ricevuta composta da un pezzetto di carta grosso il doppio di un francobollo, con un numero scritto a mano. I telefoni vengono riposti all’interno di una cassettiera un poco male in arnese.
Lasciamo i nostri telefoni, ci viene rilasciata una ricevuta composta da un pezzetto di carta grosso il doppio di un francobollo, con un numero scritto a mano. I telefoni vengono riposti all’interno di una cassettiera un poco male in arnese.
La guardia ci chiede di guardare all’interno dei nostri zaini, nel mio c’è un tablet che non avevo dichiarato, me ne ero dimenticato, lui dice che posso portarlo… entro…
Superata la porta a vetri, entriamo in una sala quadrata di circa 10mt di lato.
Nell’angolo subito a destra dell’entrata un bancone reception, dove non c’è nessuno, di fronte degli sportelli, sulla sinistra un leggera nicchia con la foto del nostro beneamato Presidente della Repubblica Mattarella, con ai suoi lati la bandiera Italiana e quella dell’Unione Europea.
Nell’angolo subito a destra dell’entrata un bancone reception, dove non c’è nessuno, di fronte degli sportelli, sulla sinistra un leggera nicchia con la foto del nostro beneamato Presidente della Repubblica Mattarella, con ai suoi lati la bandiera Italiana e quella dell’Unione Europea.
Dagli sportelli una gentile signora chiede in spagnolo se può essere utile, il mio amico le chiede se parla Italiano, a questo punto siamo un poco scioccati.
Si lo parla!
Si lo parla!
Mentre il mio amico parla con la Signora allo sportello, mi siedo sconsolato nella prima fila di una saletta di attesa con almeno 30 posti a sedere, tutti liberi. Alle spalle giganteggia una foto immensa del Canale di Panamà.
Sono davvero amareggiato, schifato, il mio paese meriterebbe qualcosa di più di una sede spoglia, nuda, con una guardia che non parla l’italiano, due foto alle pareti, il Presidente della Repubblica ed il Canale di Panamà, ecco forse quest’ultima è davvero lo schiaffo che mi fa ribollire il sangue.
Se è pur vero che siamo in un paese straniero, l’Ambasciata è suolo Italiano, perché non mettere una gigantografia di una delle tante opere che abbiamo la fortuna di avere in Italia ?
Sono sicuro invece che il personale lavorerà bene, farà la differenza come spesso accade in Italia, dove manca lo Stato sono le persone che fanno la differenza, ma una volta tanto, io avrei voluto davvero vedere il mio Stato, ed anche qui non ho potuto nemmeno notarlo.
Nei prossimi giorni dovremo andare presso l’Ambasciata USA a Panamà per richiedere il visto turistico per entrare sul territorio Americano con la barca, come abbiamo avuto già modo di scrivere in un altro post, è vietato se non si è in possesso di un regolare visto B1/B2.
Vi aggiornerò.
Max
"dove manca lo Stato sono le persone che fanno la differenza"
Non esiste uno Stato in astratto, sono le persone che fanno lo Stato.
Pensa che le chiuse del nuovo canale sono Cimolai e arriveranno dal ns porto di monfalcone. Non ricordo quanta ingegneria italiana ci sia nell'attuale canale…