Posizione Marina di Santa Marta – Colombia
La discesa del golfo tra Cabo de la Vela e Santa Marta procede abbastanza tranquilla. Il vento qualche volta rinforza, qualche volta diminuisce, ma mai sotto i 15 kt e mai oltre i 21kt. A bordo si inizia a prendere i ritmi delle lunghe navigazioni, siamo più in forma, abbiamo meno sonno, abbiamo riposato meglio nonostante il rollio. Siamo davvero curiosi di ciò che vederemo in Colombia.
A sentire le tante dicerie, si racconta ancor di un paese in mano ai cartelli della droga, un paese molto violento e disastrato. Dalla nostra limitata esperienza, parlando con persone che si recano in Colombia per la sanità o con barche amiche, come il “Paddy Boy” e “Loupan”, loro che hanno girato la Colombia, ci riportano informazioni di un paese tranquillo, gente socievole ed onesta, un paese in via di sviluppo, dove la pace siglata tra i guerriglieri e lo stato ha dato i suoi frutti anche se non supportata dal recente referendum. Ad ogni modo un paese in cui vivere ha preso davvero il valore vero della parola.
Arriviamo a Capo di Santa Marta verso il tramonto, siamo abbastanza a filo di ruota, ovvero navighiamo con il vento quasi di poppa, quindi qualche volta per mantenere la rotta dobbiamo strambare, non tantissimo come in regata… in 80 mg l’avremo fatto 4 volte! 🙂 Il sole, anche stasera ci regala un altro tramonto da cartolina, è esattamente davanti a noi, dritto dritto, guardando la bussola, è proprio la dimostrazione che tramonta ad ovest, anche se la bussola segna 290 gradi e non 270, in queste zone c’è una deviazione magnetica molto importante.
Arrivati al capo, il vento rinforza, dapprima 21, poi 25, quindi 30 con raffiche fino a 36kt. Ecco proprio adesso… Riduciamo il genoa, la barca viaggia veloce e felice, in mezzo alla schiuma creata dai frangenti e dalla barca stessa, è come se facessero la gara a vedere chi fa più schiuma. E noi sopra, un pochino preoccupati. Davanti a Y2K c’è un piccolo isolotto con degli scogli ed un basso fondale, dobbiamo aggirarlo prima di puntare a Sud verso Marina di Santa Marta. Non ci fidiamo moltissimo delle Carte Navionics, in alcuni punti, poco prima di questa zona la carta riportava un Warning: Zona di mare non scandagliata, prestare attenzione. E che cosa cavolo le paghiamo a fare queste carte???
Le carte “di carta” sono uguali… ed allora stiamo un poco più larghi.
Ogni tanto Max trasale perchè l’ecoscandaglio passa in pochi secondi da 90mt a 11mt, per poi risalire altrettanto velocemente, la prima volta che accade prende decisamente in mano il timone e punta al largo, per poi rimettersi subito in rotta, poi sono solo spaventi, chissà che diavolo è, non l’ha mai fatto!
Giriamo l’isolotto, Isla de la Aguja, e cominciamo a scendere verso sud, cazziamo un poco il genoa, l’andatura comincia a farsi più stretta, passiamo dalla poppa a lasco, e più avanti anche al traverso, speriamo che il vento diminuisca, adesso ci sono ancora oltre 30 kt. Al ridosso dell’isola prima e del Capo dopo, il mare comincia a calmarsi, ma il vento soffia sempre uguale e le raffiche sono oltre i 35kt., ma gia con il mare più calmo è un’altra storia. Le poche volte che il vento cala a 23 kt, ci sembra che ci sia calma piatta.
Poco prima della grande rada di Santa Marta, c’è da affrontare un altro passaggio, tra Punta Morinto (dove c’è il porto commerciale di Santa Marta) ed un altro isolotto: Isla el Morro. Il passaggio è ampio, ma credeteci, di notte sembra davvero stretto. Dalla zona commerciale ci arrivano moltissime luci, tanto da fare fatica a capire dove diavolo è l’isolotto. Ad ogni modo, piano piano cominciamo a delinearne i contorni e passiamo in mezzo al canale, effettivamente molto grande.
Proprio nel mezzo del canale il fix del GPS ci molla. La visibilità è davvero scarsa, molto buio, dalla città arrivano milioni di luci, non si capisce dove diavolo sia l’entrata del marina. Resettiamo l’antenna GPS, in 5 minuti, che sembrano 30, ritorna il fix. Cerchiamo di capire dove è l’entrata, la carta ha un marina in costruzione, non è aggiornata, nonostante l’ultimo aggiornamento lo abbiamo fatto a Settembre (a pagamento) ed il marina esiste da due anni.
Ci avviciniamo alla riva, verso una boa rossa, indicata sulla carta, siamo a meno di 500mt ma non la vediamo, la luce da terra impedisce qualunque cosa. Finalmente la riusciamo a scorgere e chiamiamo il Marina. Arrivano in 5 minuti con il dinghy di servizio e ci accompagnano all’interno.
Il vento è sempre molto forte. Non ci accompagnano all’ormeggio definitivo, ma ci fanno ormeggiare per andana ad un pontile del locale cantiere, forse meglio, fare manovra con questo vento e di notte sarebbe stato pericoloso. Anche l’avvicinamento al pontile non è dei più semplici, ci avviciniamo bene, ma il tempo di prendere le cime da terra e la barca si allontana, con un po’ di tonneggio, riusciamo a fermarci.
Dopo un mezz’oretta arriva Obiwan, chiediamo ai ragazzi di andare a prenderli, anche loro non trovano l’entrata. Pure Obiwan con qualche difficoltà riesce ad ormeggiarsi, ed eccoci qua, tutti e quattro sulla banchina a salutarci. Siamo in Colombia, nuovo paese e nuovo continente: il Sud America.
A presto con nuovi aggiornamenti.