Con questo primo post inauguriamo una serie di articoli sui fornitori nautici dai quali ci siamo serviti o dei produttori presso i quali abbiamo dovuto richiedere assistenza.
Quando navigavamo in Mediterraneo tutto era a portata di mano e il tempo speso in mare era poco – un mese l’anno in via continuativa, più qualche week end. Adesso che il Mediterraneo lo abbiamo lasciato, che viviamo la barca per 365 giorni e intensamente, che abbiamo percorso circa 8.000nm in 12 mesi, i rapporti con le attrezzature sono decisamente diversi e spesso qualcosa non funziona, si rompe o semplicemente non va bene.
Questo primo articolo è dedicato alla nostra zattera ed a quanto ci è accaduto un anno fa al controllo delle attrezzature di sicurezza imposte dal regolamento della regata oceanica ARC che stavamo per intraprendere.
Quando acquistammo Y2K, avremmo voluto prendere una zattera fatta bene, ne andava della nostra sicurezza, una zattera che soddisfacesse le stringenti normative di sicurezza ISAF (dal 2015 World Sailing), l’organizzazione mondiale che si occupa fra le altre cose di gestire le regole di sicurezza per le imbarcazioni da regata, sia costiera che di altura.
L’ISAF grazie all’esperienza degli atleti nelle regate di altura ha creato uno standard per le zattere di salvataggio:
– ISO9650-1 per la navigazione di altura;
– ISO9650-2 per la navigazione costiera.
– ISO9650-1 per la navigazione di altura;
– ISO9650-2 per la navigazione costiera.
L’Italia, invece di assecondare una organizzazione internazionale e prendere spunto semplicemente dall’esperienza di chi davvero naviga, ha deciso di emanare nel 2002 il decreto n. 219 che fra le altre cose ridefinisce gli standard delle zattere da imbarcare sulle unità da diporto, creando di fatto un proprio standard.
La fortuna, o la pigrizia del legislatore, ha fatto si che si copiasse buona parte della norma, la ISO-9650, ma non contenti si è aggiunto qualcosa e levato altro, mandando quindi fuori standard le zattere delle imbarcazioni Italiane che soddisfano i requisiti della normativa.
La zattera Italiana richiede la stessa tecnica costruttiva e di sicurezza delle ISO-9650, differisce solo per il materiale inserito.
Ha in più:
– Kit pesca;
– 2 boette di segnalazione fumogena.
– Kit pesca;
– 2 boette di segnalazione fumogena.
Ha in meno:
– 2 razzi di segnalazione a mano a luce rossa.
– 2 razzi di segnalazione a mano a luce rossa.
Potessimo chiederlo a qualcuno, saremmo davvero curiosi di conoscere le motivazioni di tali differenze, ma la politica spesso è incomprensibile.
Dobbiamo segnalare per dovere di cronaca che se si imbarca una zattera secondo la normativa italiana a bordo di una imbarcazione con bandiera Italiana si può tranquillamente girare il mondo senza che nessuno ci dica mai nulla, non si può invece partecipare a regate di altura, così come ci apprestavamo a fare noi con la 30^ ARC nel Novembre 2015.
Al contrario, invece, non è possibile navigare a bordo di una barca Italiana senza una zattera omologata secondo il decreto 219/2002.
Nel 2008, al momento di acquistare una zattera non sapevamo che avremmo fatto la ARC, era un sogno, un qualcosa che ogni marinaio vorrebbe fare, una traversata atlantica. Seguendo questo “sogno” provammo ad attrezzare Y2K come se dovessimo partire il giorno dopo aiutandoci con il regolamento di regata della ARC, che alla pagina delle zattere dice espressamente che deve essere una ISAF ISO9650-1.
Spulciando i cataloghi siamo arrivati alla Plastimo, che per noi ha sempre significato azienda di grande professionalità. All’interno del suo catalogo Italiano era in vendita (oggi non c’è più) una zattera di nome Capri in tutto e per tutto identica al modello di punta, la famosa Transocean (quella che montano anche i regatanti della Vendèe Globe), ma con le attrezzature della normativa Italiana di cui sopra.
Il materiale in più non era un problema per la regata, quello in meno (2 razzi) si potevano aggiungere alla Grab Bag (la borsa con materiale aggiuntivo da portarsi sulla zattera in caso di abbandono della nave). Per chi avesse voglia di leggere, riportiamo lo stralcio del catalogo, dove si evince perfettamente il marchio ISO 9650-1.
Dal 2008 al 2015 eseguiamo tutte le revisioni, ogni due anni, alcune anche particolarmente costose, necessarie per tenere aggiornata la zattera.
Nel Novembre 2015, a Las Palmas, durante il controllo di sicurezza della regata, scopriamo, come una doccia fredda, che la nostra zattera non va bene, dobbiamo acquistarne una nuova !
Nel Novembre 2015, a Las Palmas, durante il controllo di sicurezza della regata, scopriamo, come una doccia fredda, che la nostra zattera non va bene, dobbiamo acquistarne una nuova !
Contattiamo la Plastimo in Francia, che non riesce a capire subito il problema. Dopo alcuni giorni passati a scrivere mail, finalmente ci arriva una risposta, che non ci piace, ma almeno ci fa capire cosa è successo: “sì la zattera è costruita come una ISO 9650-1, ma non è mai stata omologata dagli ispettori esterni per mancanza di un numero adeguato di pezzi prodotti!
BUM ! Altra doccia fredda. Quindi è vero, la nostra zattera è di fatto una ISO 9650-1 ma non ha il timbro di omologazione. Insistiamo. Cara Plastimo, ci hai venduto un prodotto, dichiarando sul tuo catalogo ufficiale, essere una ISO 9650-1 ed adesso semplicemente te ne lavi le mani ?
Dopo questa mail, non ci ha più risposto la solita persona, ma la Direttore delle Comunicazioni, inviandoci una mail che è un capolavoro di negazione e affermazione, cercando di farci capire che è sì vero che c’è un problema con il catalogo, ma non con la zattera che è fantastica e perfetta, solo che noi per la ARC non la possiamo usare.
La Direttore ci offre quindi una zattera a noleggio per la durata della regata. Noi ringraziamo, ma non vogliamo la zattera a noleggio, dovremmo anche navigare con due zattere… e dove la mettiamo la seconda ? Noi pretendiamo la sostituzione con una zattera ISO 9650-1, ciò che pensavamo di aver acquistato.
Dopo un paio di giorni la Direttore della Plastimo acconsente di sostituirci la zattera, ne hanno una pronta per noi a Barcellona, ci chiedono di andarla a prendere… sorvoliamo sulla nostra risposta. Dopo un altro giorno ci dicono che ce la vorrebbero spedire, ma ormai non fanno più in tempo… noi rimaniamo di stucco, siamo senza parole, sono passate due settimane e non siamo riusciti a venirne a capo.
Cerchiamo quindi di trovare una soluzione con gli ispettori della regata. Mostriamo loro tutta la documentazione, capiscono il problema, hanno capito che la nostra zattera è sì buona, ma manca solo un timbro, che purtroppo per loro è assolutamente fondamentale. Però… si può trovare una soluzione, se l’equipaggio di Y2K firma una lettera di dispensa dalle responsabilità verso il comitato di regata, la zattera Capri andrà benissimo.
URRA’ riusciremo a partire.
Non molliamo però l’osso con Plastimo. Noi vogliamo la zattera nuova.
Suggeriamo a Plastimo di inviarcela in Martinica, dove tra le altre cose hanno anche l’assistenza. Per la regata, diciamo loro, ci arrangeremo. E cosi dopo la regata, la traversata Atlantica e il natale alle Antille, Plastimo mantiene la promessa e ci fa trovare una zattera nuova in Martinica, con tanto di scuse.
Questa esperienza ci ha fatto capire che se si ha ragione si deve perseverare. Abbiamo più volte pensato di gettare la spugna, acquistare una nuova zattera, ma abbiamo insistito e siamo riusciti a far valere le nostre ragioni, purtroppo non sempre e non tutti riescono a farlo.
Possiamo però dire che i Social Network, ci hanno aiutato, perché Plastimo era preoccupata della cattiva pubblicità che stavamo facendo al suo marchio, pregandoci di modificare i nostri commenti o di spiegare meglio che si trattava di un problema di scartoffie e non di prodotto.
Plastimo si è alla fine dimostrata essere l’azienda che pensavamo, professionisti con a cuore la sicurezza dei suoi clienti che se è pur vero che la zattera Capri non era stata omologata per problemi di numeri, era stata però costruita con la stessa tecnica qualitativa e di sicurezza delle Transocean.