British Virgin Islands – Virgin Gorda

Le British Virgin Islands, splendido arcipelago di 7 isole (più innumerevoli isolotti minori), posto a Est rispetto a Porto Rico e a Nord-Ovest di St. Martin, rappresentavano nella nostra “vita precedente” la meta ideale per la agognata vacanza invernale. Tortola, l’isola maggiore, è il centro nevralgico in cui sono situate le basi delle più famose e grandi società di charter del mondo e le isole stesse sono un vero paradiso del velista: innumerevoli baie riparate, tanti ancoraggi dove – nonostante le molte barche – si trova sempre e comunque posto, alisei costanti, navigazioni relativamente brevi e divertenti, quasi mai in oceano aperto, mare tranquillo. L’arcipelago è un territorio d’oltremare Britannico.
 
BVI Map Wide
 
 
Dicevamo della nostra vita precedente, ecco abbiamo scelto le British Virgin Islands (o BVI) per 5 anni tanto ci hanno rubato il cuore (QUI il link al nostro vecchio sito web dedicato a queste isole) ! Le BVI per noi rimangono uno dei luoghi più belli in assoluto del Mar dei Caraibi, saldamente al primo posto nella classifica delle nostre “Top 5 location”, solamente Antigua & Barbuda ad “insidiare” il loro primato Smile
 
Tornati ai Caraibi dalla breve pausa Italiana di fine Marzo, ritroviamo Y2K nel marina di Port La Royale di St. Martin così come l’avevamo lasciata. Qui rimaniamo qualche giorno per rifornire il più possibile la nostra cambusa – le BVI sono tanto belle quanto care Smile – e aspettare la giusta finestra meteo per percorrere le 90 miglia circa che separano Marigot Bay dal punto più vicino delle BVI, il Gorda Sound a nord di Virgin Gorda.
 
Max Vixen Point
 
Abbiamo come vicini di barca due simpaticissimi skipper, Uwe austriaco e Sam Olandese. Lavorano alacremente alla barca a loro affidata, si stanno preparando al trasferimento dai Caraibi al Mediterraneo e l’imbarcazione ha davvero mille problemi: motore, batterie, stralli, impianto elettrico.
Li sentiamo “smadonnare” di tanto in tanto quando scoprono nuovi inconvenienti.  Li invitiamo a cena, trascorriamo una serata davvero magnifica. Scopriamo che Uwe e Sam adorano la cucina italiana – vanno pazzi per il Parmigiano! – e il caffè italiano, ci chiedono la pasta ‘al dente’.
Ci raccontiamo aneddoti esilaranti e avventure, loro lavorano come skipper per una società di noleggio in estate e ciò che accade loro o ai loro ospiti è davvero incredibile. Ci scambiamo email e telefoni.
 
Il 9 Aprile arriva il momento di fare dogana, mollare gli ormeggi e lasciare il marina. Aspettiamo l’apertura del ponte di Sandy Ground, ci dirigiamo fuori dalla laguna di Simpson Bay e ancoriamo a Marigot Bay. La mattina dopo levataccia alle 5 e prua su Virgin Gorda. Bye bye St. Martin !
 
Verso BVI
 
Partiamo con un 15-18 nodi da E-SE, navighiamo bene nonostante il mare un po’ incrociato. Poi il vento molla per non tornare più fino al nostro arrivo e dobbiamo proseguire a motore. Alle 18 del 10 Aprile 2016, Y2K affronta il facile passaggio fra i reef del Drake Anchorage di Mosquito Island e di Prickly Pear Island. Filiamo l’ancora davanti alla lunga spiaggia di Vixen Point in circa 5/6 metri di mare cristallino su fondo sabbioso. Tempo pochi minuti ed è quasi buio. Ci risulta difficile descrivere la nostra emozione e i sentimenti intensi di questi attimi. Nel lontanissimo 2005, il nostro primo anno alle BVI su una barca charter, sognavamo ad occhi aperti e ci immaginavamo lì, nelle stesse acque, sulla nostra di barca. Impossibile – ci dicevamo – chissà quando, forse un giorno, mah…
 
11 anni dopo, Y2K attraversa un Oceano e approda alle BVI: FOLLE E BELLISSIMO ! Festeggiamo come si deve con una bella cenetta e un buon bicchiere di prosecco, poi a nanna strafelici mentre l’aliseo rinforza di nuovo – mannaggia a lui, ma non poteva farlo prima !?! L’indomani ci aspettano le pratiche burocratiche.
 
Virgin Gorda Map
 
La mattina del giorno successivo Max si arma di santa pazienza, come sempre in questi casi perché non sappiamo mai cosa ci aspetta, e parte con il dinghy alla volta di Gun Creek, dalla parte opposta rispetto alla nostra attuale posizione. Gun Creek è un “port of entry” per gli yacht in arrivo, ospita cioè gli uffici di Custom, Immigration e Park Authority ed è una gran cosa poter fare l’entrata qui nel Gorda Sound senza prima andare dall’altra parte di Virgin Gorda a Spanish Town o addirittura a Tortola.
 
Le procedure sono molto semplici, un modulo da compilare per la Custom ed uno per l’Immigration, costi: solo 25 centesimi di dollaro americano per il modulo della Custom. L’immigrazione si pagherà in uscita.
 
Si dovrebbe aggiungere anche il costo del Parco Marino, che noi non paghiamo in quanto non abbiamo intenzione di utilizzare le boe ‘rosse’ gratuite gestite dall’ente parco.
Attenzione: le barche intenzionate a fare charter alle BVI hanno da pagare delle tariffe diverse ed addizionali.
 
Così dopo meno di 15 minuti abbiamo finito le pratiche di ingresso. Possiamo stare alle BVI al massimo per un mese, dopo questo periodo di tempo la barca deve uscire, oppure richiedere l’importazione temporanea per un costo di 200USD.
 
Max torna a bordo di Y2K trionfante: con i nostri bei passaporti timbrati, siamo ufficialmente nelle British Virgin Islands. Dopo un breve bagnetto ristoratore, lasciamo Vixen Point e ce ne andiamo a prendere una boa davanti allo scoglio/isolotto di Saba Rock. Il posto, che conosciamo molto bene, è fra quelli più caratteristici e riparati dell’isola e ci piace un sacco ! Open-mouthed smile
 
Y2K a Saba Rock
 
Totalmente circondato da terre e/o barriera corallina, questo specchio di mare è super ridossato. L’aliseo può soffiare gagliardo, ma il mare è sempre piatto, non entra mai onda e a parte il consueto brandeggio, le barche sono immobili. A Saba Rock c’è un buon bar ristorante – si spende nella media per le BVI, cioè è caruccio – con Wi-fi gratuita, dinghy dock. Dai tavoli la vista sulla baia è incantevole e servono uno dei migliori Pain Killer della zona. Il Pain Killer è il cocktail ufficiale delle BVI a base di rum scuro, zucchero di canna, succo di ananas, crema di cocco e succo d’arancia, ben agitato e servito con ghiaccio e una spruzzata di noce moscata… si, si siamo esperti Open-mouthed smile
 
Saba Rock
 
La baia è tutta un enorme campo boe, ce ne sono davvero tantissime sia davanti a Saba Rock che a Bitter End – sede dell’omonimo resort e yacht club. Le boe costano 30 USD a notte (quindi non a buon mercato), sono molto ben tenute, in alcuni casi nuovissime. Il costo della boa comprende anche il pieno di acqua dolce ed un sacchetto di ghiaccio. Per farlo, è possibile accostare con la barca al pontiletto di legno dell’isolotto. E’ difficile trovare un buco per dare ancora perché le zone “libere” tendono ad essere occupate in fretta, ma non è impossibile specialmente fuori stagione. Solitamente ci si ancora ridossati da Prickly Pear verso Vixen Point (dove siamo atterrati noi per intenderci) oppure sul lato sud di Prickly Pear, avendo l’accortezza di stare ben al di fuori del campo boe.
 
Saba Rock
 
La zona è fantastica anche per nuotare, fare immersioni e snorkeling. Ci sono tantissimi reef da esplorare e bellissime spiagge. Muovendosi in dinghy è possibile passare da Asbestos Point, schizzare sul reef e girare intorno a Prickly Pear per trovare lunghe lingue di sabbia dorata e mare turchese. L’isola privata di Eustatia, Necker Island e i loro reef proteggono le acque dalle onde dell’oceano. Qui non ci sono boe ed è possibile ormeggiare sulla propria ancora godendosi un panorama notevole.
 
Eustatia_Prickly_Map
 
Rimaniamo 3 giorni, esploriamo tutti i possibili reef, ce ne stiamo nelle spiagge di Prickly Pear in compagnia di uno squaletto pinna nera, un “cucciolotto” curioso e apparentemente stanziale, forse in attesa di diventare meno “cucciolotto” Smile, che approfitta della turbolenza creata dal mare che frange sul bagnasciuga per schizzare qua e là, in 5 centimetri d’acqua intorno ai nostri piedi.
 
Pain Killer e Pina Colada - Saba Rock
 
Fotografiamo conchiglie, gorgonie, pesci angelo, pesci farfalla, i soliti intraprendenti balestra, un gruppo di seppie, aquile di mare e razze. Una sera decidiamo di darci alla bella vita, ce ne andiamo al bar per farci un aperitivo a base di Pain Killer e Pina Colada, poi cena. Siamo in crisi di astinenza da carne, ci mangiamo un carré di costolette di maiale al BBQ seduti ad un tavolo sul mare, osservando Y2K al tramonto.
 
Tramonto Saba Rock
 
Le ultime previsioni meteo hanno dell’incredibile: una depressione sul nord Atlantico crea una situazione di “stallo” nella nostra area. L’aliseo si indebolisce a tal punto da far prevalere una bava da N-NW (!!!!) e brezze costiere per i prossimi giorni. Non ce lo facciamo ripetere due volte, queste sono condizioni ideali per goderci Drake Anchorage (South Bay), zona piuttosto “scoperta” dal vento, ridossata solo dal mare grazie al suo reef. Drake Anchorage si trova a Sud-Est di Mosquito Island, sempre all’interno del Gorda Sound. Dall’esterno, una volta superata la passe, si accede virando verso destra e lasciandosi le boe rosse sempre sulla destra. Il grande reef è ben segnalato.
 
Drake Anchorage Map
 
La zona di ancoraggio si trova a Sud Est di Mosquito Island, e a sud del reef. Il fondo è sabbioso, ma attenzione perché la sabbia in alcuni punti è molto dura e l’ancora può far fatica ad agguantare.
Ci troviamo un bel posticino, l’ancoraggio è praticamente deserto, ci siamo noi e un’altra barca a vela. La meteo si rivela esatta al minuto, l’aliseo muore e noi ci ritroviamo a fluttuare nel nulla, Y2K galleggia in un mare quasi immobile. Il cielo è terso, le poche nuvolette scompaiono in breve tempo. Le condizioni di luce ci permettono di immortalare i colori di questa zona come raramente accade.
 
Drake Anchorage
 
Senza l’aliseo a rinfrescare l’aria, il caldo aumenta. Stiamo andando verso l’estate e le temperature si fanno più elevate. Ce ne andiamo ad esplorare il reef schizzando via a bordo del nostro dinghy. Il mare è talmente calmo che riusciamo anche a fare una capatina sul reef esterno e in mezzo al canale fra Mosquito Island e la barriera, zona solitamente movimentata dai frangenti.
 
Drake Anchorage
 
Il vento proprio non c’è, le barche si orientano a Nord-Ovest durante il giorno, alla sera arriva la brezza di terra. E poi si gira a Nord, Nord Est, Nord Ovest e ancora a Nord, a volte a Sud, vero e proprio Mediterranean Style Smile Meno male che fra noi e l’unica altra barca c’è quasi mezzo miglio Open-mouthed smile
 
Tartaruga Drake Anchorage
 
Il mare calmo e la pochissima corrente favorisce l’avvistamento delle numerose tartarughe stanziali dei paraggi. Riusciamo a riprenderle mentre nuotano con noi e a fotografarle dalla barca quando salgono in superficie per respirare. Sappiamo dove si trova il loro habitat preferito dove si nutrono e si riposano, in una zona di acque basse vicinissime al reef, disseminata da corte alghette. Ci appostiamo con maschera a boccaglio cercando di non dare troppo nell’occhio, riusciamo ad avvicinarci un pochino per immortalarle.
 
Drake Anchorage
 
Rimaniamo ancorati qui a Drake Anchorage per i successivi 4 giorni senza vento, senza nuvole, l’oceano piatto e calmo. Facciamo una capatina al piccolo market di Leverick Bay per comprare un po’ di frutta e verdura fresche spendendo un BOATO e ripromettendoci di non farci vedere MAI più. Il terzo giorno, arrivano un catamarano e un’altra vela per un totale di 4 barche: un affollamento intollerabile Smile
 
Potremmo davvero restare qui all’infinito senza mai annoiarci, in una calma quasi irreale, ma desideriamo esplorare le altre isole approfittando di queste insolite condizioni meteo.  In modo particolare vogliamo goderci Jost Van Dyke e Little Jost Van Dyke. Ci “costringiamo” a issare l’ancora al mattino presto e a volgere la prua verso Ovest.
 
Smotoriamo passando il gruppo di scogli chiamati The Dogs – Great Dog, George Dog, e West Dog (questi nomi ci hanno sempre fatto sorridere Smile), qui ci sono un paio di ottimi siti di immersione.
 
The Dogs Map
 
Proseguiamo verso Ovest, Sud-Ovest, passiamo fra Scrub Island, Great Camanoe (a nord di Beef Island) e lo scoglio di Marina Cay. E’ una zona incantevole, fra barriere coralline, mare turchese, canali profondi e vegetazione lussureggiante. Visto che è ancora relativamente presto e dato il persistere delle insolite condizioni meteo, decidiamo di passare una notte nella baia di Lee Bay, isola di Great Camanoe. In passato, non siamo mai riusciti ad ormeggiare in questa isola, fra quelle più esterne dell’arcipelago, per via dell’onda di risacca che si crea normalmente e che può diventare insostenibile con aliseo teso.
 
Great Camanoe Map
 
Ma con l’oceano piatto il problema non si presenta e l’ormeggio è confortevole. Sono le 10 del mattino quando filiamo l’ancora proprio mentre un grande catamarano sta andando via. Prendiamo il suo posto vicino alla spiaggia, su fondo di sabbia. Siamo totalmente soli fino al pomeriggio quando veniamo raggiunti da due catamarani charter e una piccola vela.
 
La baia è molto caratteristica, poco frequentata per la risacca, come dicevamo prima, e molto selvaggia. I fondali sono molto belli e rocciosi, la spiaggia è insolitamente composta da ciottoli. Ci godiamo la serata. Sempre zero vento e la notte giriamo più e più volte su noi stessi. Smile
 
 
La carta delle BVI è stata catturata da – http://blueodysseyvacations.com/
 
Le carte in dettaglio sono state ‘catturate’ dal sito Navionics.

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Unknown
5 anni fa

Che meraviglia!
Sono in partenza per il prossimo 4 gennaio e non vedo l'ora.
Grazie di tutto!