Il 20, 21 e 22 Aprile li trascorriamo alla boa di Soper’s Hole, a Tortola. Questa sosta è fondamentale per andare alle US Virgin Island (USVI) in ferry e ottenere il visto necessario per poi ritornare in territorio americano con Y2K. Faremo un post dedicato all’intera procedura. La meteo prevede poco vento, ma una copertura nuvolosa estesa e pioggia. A parte la gita a St. John (USVI) ce ne stiamo rintanati in barca. Il 23 Aprile ce ne andiamo a Norman Island e prendiamo una boa nella ampia e bellissima baia di The Bight.
La baia è grande, molto riparata, circondata da spiaggette e vegetazione lussureggiante. A terra, nella parte centrale c’è una bella spiaggia, un moletto, bar e ristoranti. Anche fuori stagione è piuttosto frequentata, ma arrivando in mattinata si trova sempre posto.
Sfortunatamente anche qui hanno allargato il campo boe e ormeggiare sulla propria ancora può essere difficoltoso per via del poco spazio disponibile nella zona dove il fondale è ragionevole (5/6 metri) e a causa della profondità (oltre i 15 metri) altrove.
Con un po’ di fortuna è possibile filare l’ancora a Sud della baia, facendo attenzione a non intralciare il campo boe.
I bellissimi fondali e l’acqua trasparente invitano allo snorkeling o, più semplicemente, a lunghe nuotate.
Altra attrazione della baia è il Willy T’s, praticamente un bar allestito su una riproduzione di un galeone pirata. Molto pittoresco e simpatico per un drink. Attenzione, però, a ormeggiare troppo vicino, gli anglosassoni possono diventare molto rumorosi durante i party serali, specialmente dopo aver “evaporato” troppo
Restiamo due giorni a Norman Island con pochissimo vento e tanta, tanta umidità. Poi il 25 Aprile ci trasferiamo a Peter Island e prendiamo una boa a Great Harbour.
Entriamo in marina per l’ora di pranzo e ci ormeggiamo come suggerito da Bob, cioè con la prua a favore di vento. Questo rende le operazioni di rimozione delle vecchie vele e di installazione delle nuove più semplici.
Bob è puntualissimo, arriva dal loft via mare, a bordo della lancia di servizio. Si presenta con il direttore commerciale della Doyle, Eddie, in tre si fa prima e si fa meno fatica
In poco tempo la cara vecchia randa che ha servito per 9 anni + una traversata atlantica senza mostrare alcun cedimento fino alla fine è ammainata. Bob e Eddie, con l’aiuto di Max, lavorano all’albero e cominciano a preparare l’attrezzatura per la nuova randa, le drizze e i terzaroli. La vela appena fuori dal sacco è bianchissima, pulitissima, insomma nuovissima.
E’ il momento di montare le stecche, preparare il circuito dei terzaroli, montare le drizze ed infine issare la randa.
Chiediamo a Bob di rifare la banda UV per la nostra trinchetta. Quella attuale si sta disintegrando, era di pessima qualità e fatta malissimo. Bob ritira la vela e ci dà appuntamento di nuovo a Tortola fra una settimana.
Approfittiamo della nostra sosta in marina per rimpinguare la nostra cambusa e fare il bucato sfruttando il servizio di lavanderia a gettoni di Village Cay. Lasciamo Road Harbour il 28 Aprile, fuori dalla baia ci aspetta un bell’aliseo da SE sui 15 nodi. Facciamo rotta su Beef Island, posta a Est, Nord-Est di Tortola. La nostra destinazione finale è Trellis Bay. Proviamo subito le nuove vele con una simpatica bolinetta, siamo contenti anche di come si comporta la barca.
Siamo particolarmente legati a Trellis Bay. Nel 2005 è stato il nostro primo vero ormeggio caraibico con la barca a noleggio. C’era davvero tanto vento quella volta, il mare frangeva e schiumava. Ricordiamo come una volta al riparo del grande reef e all’interno della baia, gli elementi si fossero calmati come se qualcuno avesse spento un interruttore: mare, vento, tutto. Abbiamo trascorso 3 giorni in attesa che l’oceano si placasse e che l’aliseo mollasse, la barca immobile, cullata solo da qualche refolo d’aria. (QUI il link al diario di bordo dal nostro vecchio sito).
Scopriamo poi che Trellis Bay – a ragione – è considerata un Hurricane Hole, un posto, cioè, che per la sua posizione e disposizione può offrire un rifugio relativamente sicuro in caso di uragano. Veniamo a conoscenza che le due grandi società di noleggio con base a Tortola, The Moorings e Sunsail, portano qui le loro barche in caso di emergenza per l’avvicinarsi di un uragano.
Trellis Bay è una baia rotonda, uno specchio d’acqua molto protetto, con fondali sabbiosi dai 2 ai 5 metri. E’ posta a Nord dell’isolotto di Beef Island, il cui monte alto circa 700 metri e che declina dolcemente verso sud blocca il vento dominante. Nessun effetto catabatico. Beef Island è a sua volta protetta da Tortola a Ovest, da Little Camanoe, Great Camanoe e Scrub Island a Nord e da Guana Island a Nord, Nord-Ovest. Un lungo reef si estende fra la punta Sprat Point di Beef Island e Great Camanoe.
Una lunga e sottile spiaggia circonda quasi totalmente la baia, interrotta qua e là da grossi massi granitici. Nella parte più interna ci sono molti ristoranti, fra cui il famoso ristorante/guest house The Loose Mongoose, bar, botteghe artigianali – famosa la Aragorn’s studio – un market che nel tempo si è ingrandito parecchio, l’accesso pedonale all’aeroporto che serve tutto il traffico principale da/per le BVI, un pontile dove attraccano ferry e traghettini che collegano le varie isole.
A Trellis Bay, inoltre, ogni mese si festeggia la luna piena con il Full Moon Party, famoso in tutte le BVI per i suoi fantastici falò e giochi di fuoco sulla spiaggia. Quando non c’è la luna piena, la baia è tranquilla, silenziosa e regna una pace surreale. Solo i pellicani e le sule che qui la fanno da padroni rompono il silenzio con i loro versi e con il fragore dei loro tuffi spericolati.
Pianifichiamo la rotta su St. John – USVI, non prima di una puntatina a Road Harbour di Tortola per riprendere la trinchetta. Abbiamo una settimana davanti a noi, decidiamo di ritornare a Virgin Gorda non appena le condizioni meteo lo permettono, e passare di nuovo qualche giorno fra Vixen Point, Saba Rock e Biras Creek.
Il piano è fatto, si aspetta il sole