Il 16 Aprile lasciamo Lee Bay di Great Camanoe e continuiamo la nostra navigazione verso Ovest, passando fra Guana Island e Tortola, direzione Jost Van Dyke. L’isola si trova a Nord, Nord-Ovest rispetto a Tortola e offre fra le più belle spiagge di tutte le BVI. L’aliseo è sempre molto leggero.
La nostra prima tappa è Diamond Cay, una baia molto protetta, situata fra Jost Van Dyke e la sua sorellina minore, Little Jost Van Dyke. Le due isole sono collegate fra di loro da uno spettacolare reef affiorante. Quando il vento soffia e l’oceano è agitato, lo spettacolo delle onde che si frangono su questa barriera corallina in un turbinio di spuma bianca è allo stesso tempo affascinante e terrificante.
A terra, a Jost Van Dyke, c’è un bar ristorante molto caratteristico, il Foxy’s Taboo, stessa gestione del più famoso Foxy’s di Great Harbour.
A nord di questa baia c’è un campo boe, ne prendiamo una e ci prepariamo per spostarci in dinghy fino al minuscolo isolotto di Sandy Spit, sul lato Est. Questo isolotto è esattamente come lo descrive il nome, cioè uno “Sputo di Sabbia” (in Inglese Sandy Spit = Sputo di Sabbia ) con due palme, circondato da mare azzurro e spiaggia bianchissima.
Little Jost Van Dyke e Sandy Spit sono separate da un basso fondale sabbioso e da reef. E’ possibile ancorare a Ovest di Sandy Spit, raccomandiamo alle vele di fare attenzione in caso di mare grosso, mantenersi sui 5/6 metri di profondità (fondo di sabbia) e non avvicinarsi troppo a riva in quanto l’onda di risacca che spinge verso terra, può creare qualche grattacapo. Il fondo sale molto rapidamente.
Il posto è davvero molto bello, ideale per una giornata da trascorrere “spiaggiati”, magari mangiucchiando qualche noce di cocco e rinfrescandosi con qualche nuotata. Quando il vento soffia forte, la parte esposta a Est di Sandy Spit è tutto un ribollire di frangenti,
Il giorno successivo mettiamo la sveglia presto in modo da essere pronti sul dinghy per le 9 o prima. Andiamo a visitare un’altra attrazione di Jost Van Dyke: Bubbly (o Bubble) Pool, la piscina di bolle.
Lasciamo il dinghy al pontile del Foxy’s Taboo e ci incamminiamo lungo il sentiero in direzione Nord. Il percorso è indicato da cartelli e da scritte e frecce azzurre dipinte sui tronchi degli alberi. E’ composto da un tratto pianeggiante che costeggia la spiaggia e passa accanto ad un laghetto interno e da un tratto alla “Indiana Jones” in cui è necessario inerpicarsi fra le rocce. Nulla di terribile o estremamente faticoso comunque e la ricompensa vale la camminata.
Bubbly Pool è una sorta di piscina naturale creata dalle onde dell’oceano che la alimentano sia frangendosi sopra le basse rocce che la delimitano, sia penetrando dagli stretti canali e canaletti semisommersi. Le onde si abbattono sulla costa, il mare entra nella piscina, crea una jacuzzi naturale di spuma e di bolle. L’effetto su qualsiasi essere umano è devastante: si torna assolutamente e irrimediabilmente bambini.
Si aspetta l’onda “giusta” acquattati in mezzo metro di acqua, attaccandosi alle rocce e quando arriva… bhè, quando arriva ci si lascia travolgere cercando di non perdere la presa o ci si lascia spingere verso la minuscola spiaggia in un turbinio assoluto. Le ore passano in fretta giocando in mezzo a quelle bolle. E non si vorrebbe mai venire via
Torniamo a bordo di Y2K nel pomeriggio, siamo esausti, ma ci siamo divertiti come matti.
Il giorno dopo ce ne andiamo in esplorazione del reef che unisce Jost Van Dyke e Little Jost Van Dyke e a pranzo ci rechiamo al Foxy’s Taboo per un hamburger e una passeggiata sulla spiaggia.
Il 19 Aprile lasciamo Diamond Cay e ci spostiamo a Great Harbour dove sorge la principale cittadina dell’isola. Great Harbour è un’ampia baia, ben ridossata, ma piuttosto affollata per molteplici validi motivi. E’ un “port of entry”, c’è il viavai dei traghetti che collegano Jost Van Dyke alle altre isole e alle USVI (Isole Vergini Americane), c’è il pontile commerciale dove attraccano le navi, ci sono le scuole, la stazione di polizia, market, panetterie, gelaterie, ristoranti, qualche negozio. Naturalmente attrae i turisti e i “charteristi”. Il suo campo boe si è ampliato notevolmente dall’ultima volta che abbiamo visitato l’isola e di conseguenza si è ridotto lo spazio per ancorare, purtroppo su fondali dai 12 metri in su . Prendiamo una boa per i soliti 30 USD.
Una delle principali “attrazioni” è il Foxy’s, un bar sulla spiaggia, ritrovo per tutti i navigatori che toccano le BVI.
Fine Aprile significa che la stagione è ormai agli sgoccioli, Great Harbour e la sua cittadina si animano specialmente nel tardo pomeriggio – quindi se cercate un ormeggio, sia che sia alla boa o sulla vostra ancora, vi consigliamo di arrivare al mattino – durante il giorno sono semi deserte e sonnacchiose.
Noi ne approfittiamo per recarci a terra. Lasciamo il dinghy al Foxy’s dock, facciamo un pò di spesa presso il piccolo supermarket e compriamo Banana Bread (pane alla banana) e Cinnamon Bread (pane alla cannella) da Christine’s Bakery, una caffetteria/pasticceria/panetteria situata un pochino all’interno rispetto alla via principale. Tutto viene preparato, infornato e cotto in casa e il risultato è notevole. I prezzi sono buoni.
Sulla via del ritorno anche noi ci concediamo una sosta al Foxy’s per un drink e ci facciamo un giretto al Foxy’s Gift Shop.
Vogliamo fare una capatina a White Bay, splendida baia con altrettanta splendida spiaggia. La spiaggia di White Bay è una delle più belle qui alle BVI, ha soltanto un piccolo inconveniente: è solitamente molto affollata, oltre ai charter, è meta di innumerevoli grossi motoscafi da “gita giornaliera!” e ha fondali piuttosto bassi.
Le zone di ormeggio sono due. La prima entrando, immediatamente a destra. Il canale di entrata indicato dalle boe rosse e verdi è piuttosto stretto. La seconda zona di ormeggio è invece sulla parte sinistra della baia, anche in questo caso il canale di entrata è segnalato. Noi raccomandiamo di prestare SEMPRE molta attenzione in quest’area perché il fondale è soggetto a insabbiamento e cambia continuamente. Ci sono punti in cui il fondo sale a meno di un metro anche dove dovrebbero esserci “acque libere”. Ci sono boe e zone di ancoraggio libero anche se queste ultime sono difficili da guadagnare dato l’affollamento. Se volete prendere una boa e non avete un catamarano, non fidatevi ciecamente di “c’è la boa, c’è fondo” potreste passare un brutto quarto d’ora
In caso di vento fresco, la baia può essere soggetta a risacca e passarci la notte non è piacevole. Tuttavia merita una gita, noi consigliamo di arrivare al mattino presto, A terra ci sono molti ristoranti, bar, negozietti, gift shops, i colori del mare e della sabbia sono notevoli.
Noi decidiamo di lasciare Y2K alla boa di Great Harbour e di spostarci in dinghy fino a White Bay per goderci la giornata “fuori porta”
White Bay dista più o meno mezzo miglio da Great Harbour e spiaggiare il dinghy è più semplice che prendere calmanti per evitare di picchiare gli altri durante la ricerca di un posto