Lasciamo la Dominica in compagnia di Roberta e Vincenzo di Gemm, dopo aver condiviso la sera precedente una fantastica spaghettata con abbondante aragosta fresca. Partiamo alle 7:30 del mattino, volgiamo la prua verso l’arcipelago delle Iles Des Saintes, composto da otto fra isolette e scogli vulcanici a Sud della più grande isola di Guadalupa.
Smotoriamo per un po’ per uscire dal ridosso della Dominica. Dopo, invece, troviamo un bel venticello da Est sui 15/17 kt che ci permette di navigare di bolina larga per quasi tutto il tragitto. L’Oceano si sta calmando da una sfuriatina arrivata da nord est, nonostante sia in calo, l’ondina di un paio di metri rimane piuttosto fastidiosa.
Dopo circa tre ore di una piacevolissima navigazione, raggiungiamo Terre-de-Haut e diamo ancora nella bellissima baietta all’ombra del Pain de Sucre insieme a Gemm.
E’ importante sapere che Les Saintes sono un parco naturale. Non è possibile dare ancora dappertutto, alcuni isolotti sono vietati alla navigazione e alla balneazione, in altri casi, sono stati allestiti dei campi boe ed è obbligatorio prenderne una.
Una volta sistemati, armiamo il nostro tender e andiamo vicino a riva, proprio sotto il Pain de Sucre per una bella nuotata e un pò di snorkeling. I fondali sono davvero molto belli e pieni di vita. Nel pomeriggio ci rechiamo in paese con il tender per fare dogana ed entrare ufficialmente in Guadalupa. Le procedure di “Clearance” sono semplicissime e “fai-da-te” come in tutte le isole francesi: ci si reca in uno dei posti autorizzati (che può essere anche un bar), qui tramite computer messi a disposizione del pubblico, si compila un form online con tutti i dati della barca e dei passaporti, si stampa, si fa vidimare et voilà
Rimaniamo ancorati per un paio di giorni, poi ci spostiamo nella grande cala davanti al paesino e prendiamo una boa. Qui è vietato dare ancora, l’unica area dove è possibile è molto affollata e non troppo ridossata. E poi il costo del gavitello è piuttosto onesto: Y2K paga €15. C’è soltanto una nota negativa da segnalare, l’andirivieni dei moltissimi traghettini, ferry, e motoscafi per turisti rende questo specchio acqueo piuttosto movimentato e ballerino. Ecco, se cercate un ancoraggio tranquillo questo non fa per voi
Lasciamo Y2K dondolarsi alla boa e andiamo a visitare il paesino che è davvero delizioso, ordinato e coloratissimo. E’ ovviamente molto francese e, ovviamente, è possibile acquistare delle buonissime baguette fresche e croccanti tutte le mattine
Il secondo giorno decidiamo di fare un po’ i turisti “terricoli” e di andarcene a piedi fino alla bellissima baia di Pompierre e omonima spiaggia. La baia è circolare, totalmente ridossata in quanto l’ingresso è minuscolo, tuttavia è vietata completamente alla navigazione come area marina protetta e l’unico modo per raggiungerla è via terra.
Così, recuperati armi e bagagli, ci inerpichiamo per le stradine dell’isola, mappa alla mano, sotto un sole cocente. Percorriamo circa un paio di chilometri in un caldo torrido e circondati da un numero impressionante di capre e caprette, per niente timorose, anzi, piuttosto “spavalde” nell’avvicinarsi ai turisti distratti e nel rubare lestamente qualsiasi cosa di commestibile (e non ) capiti loro a tiro.
Le capre sono sempre alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti, come fossero costantemente a corto di cibo. In realtà sono quadrupedi-aspirapolveri ambulanti, talvolta piuttosto moleste, in modo particolare sulla spiaggia di Pompierre.
Raccomandazione: MAI lasciare snack, panini o altro incustoditi. Sparirebbero in un secondo !
Raggiungiamo la baia, in effetti è davvero suggestiva e l’acqua del mare è limpida e turchese. Ci tuffiamo per rinfrescarci dopo la lunga camminata e ce ne stiamo a mollo facendoci dondolare. E’ un po’ un peccato che questa baia sia vietata alle barche, anche se forse è la sua salvezza. Magari con l’installazione di qualche gavitello si potrebbe salvare capra (eh eh giustappunto ) e cavoli.
Passiamo una bellissima mattinata a “bagnomaria”, poi ce ne torniamo in paese e ci fermiamo a pranzare in un ristorantino carino sulla spiaggia.
Una volta tornati a bordo, oziamo per un po’, poi visto il terribile caldo e l’assenza di vento, saltiamo sul dinghy e partiamo alla volta della vicina isoletta di Ilet Cabrit. Anche qui c’è un campo boe, ma è talmente vicina che non vale la pena spostarsi con Y2K. E’ Bellissima ! Acqua trasparente, tranquillità assoluta. Stiamo ore in ammollo ammirando il bellissimo panorama.
Rientriamo alla “base” nel tardo pomeriggio, ci prepariamo per lasciare l’arcipelago l’indomani mattina. Navigheremo costeggiando la costa Ovest della Guadalupa, ci fermeremo a dormire nell’ultima baia a Nord-Ovest della grande isola, la baia di Deshaies, poi proseguiremo verso la nostra prossima destinazione: Antigua. Nel complesso le Iles Des Saintes ci sono piaciute molto e le consigliamo sicuramente come tappa “must see” in Guadalupa.
Nei giorni in cui ci siamo recati a Les Saintes, sia sul sito di Noonsite che sul sito di Les Saintes Multiservice (LSM, il gestore delle boe e del posto per effettuare dogana) era presente un tariffario delle boe. La nostra barca avrebbe dovuto pagare 12€ al posto dei 15€ richiesti, ma a domanda fatta al marinaio addetto al pagamento, sembra che le tariffe siano aumentate a circa 1€/mt. Abbiamo scritto la nostra lamentela a noonsite per avvisare gli altri navigatori in zona, qualcosa deve essere successo perchè hanno tolto le tariffe ed aggiunto un costo approssimativo di 13€ per notte.