Siamo in mare da 7 giorni e ho pensato fosse il momento giusto per tirare un po’ le somme e buttare giù qualche pensiero, considerazione, commento su questa avventura che stiamo condividendo in quattro amici un po’ pazzi, io, Max, Tita e Roby.
Premetto che anche se questo post è volutamente semiserio e un po’ comico, tutto quanto descritto è REALE, realissimo, fino all’ultima virgola.
Y2K e il suo usuale equipaggio si trovano alle Canarie da quasi un mese ormai ed il tempo è sempre stato praticamente splendido: sole, caldo, brezze gentili, oceano azzurro e tranquillo. Insomma, un’eterna estate. Ma come da copione, ovviamente, tutto questo cambia un giorno prima della partenza della trentesima ARC prevista per Domenica 22 Novembre 2015. Arriva un ventaccio freddo da NE che porta con se nuvoloni, pioggia e tempo perturbato per i successivi giorni. Riceviamo un messaggio dai cari amici Anna e Paolo della ZoomaX: “partirete Gagliardi”, ci scrivono. Poveri noi, non sappiamo ancora che l’aggettivo “Gagliardo” (Copyright ZoomaX all rights reserved) assumerà da lì a breve un significato del tutto nuovo.
Lasciamo il Marina di Las Palmas di Gran Canaria sotto la pioggia, l’aria è gelida ma noi supereroi la sfidiamo sfilando insieme a tutte le altre barche partecipanti in polo maniche corte blu ARC, logata Y2K e pantaloncini di cotone kaki, siamo fighissimi.
La meteo del weather super-forecaster della ARC (si, insomma, quello che ci manda i bollettini.) riporta vento da NE 18-25 nodi, onde altezza max 4 metri per almeno i prossimi 3-4 giorni. Ma occhio alla zona di accelerazione dell’Isola situata dove c’è l’aeroporto perché lì il vento si incanala fra Gran Canaria e Tenerife e si incacchia a manetta con rafficazze superiori ai 30 nodi. oookay tanto ci viene tutto da poppa.
La sirena della nave-comitato suona, la trentesima ARC parte. Noi ci lanciamo con il solo Genoa e facciamo inizialmente rotta Sud, scappando dalla fantomatica “zona di accelerazione” anche perché i 18 nodi non li vediamo manco di striscio e siamo subito sui 25 senza passare dal via. Appena fuori dal riparo di Gran Canaria ci troviamo un oceano ribollente, un vento furioso e ondoni gonfi e incrociati. Più andiamo avanti più il mare e il vento si fanno “Gagliardi” (Copyright ZoomaX all rights reserved) ma noi siamo adrenalinati al massimo, ci bardiamo per la notte con pantaloni tipo superpippo, primo strato termico, pantaloni in pile, felponi, cerata completa, calzettoni, stivali, giubbetto e cinture di sicurezza. Siamo fighissimi.
Non mangiamo una mazza, dormiamo niente, siamo esaltati perché Y2K fila a 8,5/9 nodi come una “lippa” – dice Max, come un “missile” – dice Roby. La mattina del secondo giorno, passato l’effetto adrenalina, ci ritroviamo sotto un cielo plumbeo, un freddo cane, onde dai 4 ai 6 metri – che credetemi, sono masse d’acqua spaventose – che inseguono la nostra poppa, a volte si incrociano e ci sollevano spruzzandoci, il vento è fisso sui 28-30 nodi da NE con raffiche della durata a volte di molti minuti sui 35-38 nodi (alla faccia del super-mega weather forecaster della ARC), tutto molto “Gagliardo” (Copyright ZoomaX all rights reserved).
Il nostro corpo è totalmente impreparato a questa esperienza da “pronti via” e specialmente sottocoperta è il delirio. Una centrifuga, una lavatrice. Noi supereroi fighissimi Y2K logati cominciamo uno dopo l’altro a crollare miseramente.
Il pomeriggio, la sera e la notte di questo secondo giorno, il peggiore in assoluto dal punto di vista meteo – vento fisso sui 35 nodi, onde mostruose – sto malissimo, non sto in piedi, ho mal di testa, il pensiero del caffè mi fa diventare verde, mi attacco alla tazza del bagno di poppa e vomito in continuazione pensando (oh anima pura e ingenua.) “Ma pensa te ! Ma chi è quel bastardo che mi ha infettato con un qualche virus gastrointestinale, maledetto ! Chesfigadelmenga !”
Eccomeno, il virus gastrointestinale chiamato Mal-di-Mare, io che in 50 anni non ho MAI avuto il mal di mare, io che non so manco cosa sia, cado in stato letargico, seguita a breve dal resto dell’equipaggio dei Y2K logati. Svengo in cuccetta senza mangiare e senza bere e rimango cadavere fino all’indomani.
Costretti a calarci pillole di Xamamina e di Biodramina (pasticche per il mar di mare con caffeina per evitare l’effetto “mi cala la palpebra” acquistate per scherzo – tantononciservono – a La Linea Gibiliterra, probabilmente illegali nel resto del mondo).
Compiere qualsiasi azione a bordo, anche la più semplice, richiede una concentrazione e uno sforzo epici, tipo ho sete ma il pensiero di aprire il frigo per prendere la bottiglia dell’acqua fresca mi terrorizza quindi vado di acqua calda puntellandomi fra il mobiletto del lavello e la cucina, focalizzandomi per evitare di essere catapultata da qualche altra parte alla successiva imbardata di Y2K e rovesciarmi tutta l’acqua dentro il colletto della cerata (che non tolgo quando vado di sotto per pochi minuti perché proprio non si può.).
Andare in bagno poi, non ne parliamo neanche !!! Ercole e le sue 7 fatiche, un pivello da quattro soldi. L’incubo di noi fighissimi Y2K logati e da adesso anche impasticcati diventa “oh no, miscappalapipì”. La teniamo il più possibile recitando mantra catartici in silenzio fino a quando siamo in procinto di esplodere. Poi siamo costretti ad affrontare il problema:
Vado-a-fare-la-pipì – Percorso infernale. T = il minuto esatto in cui capisci che i mantra non bastano più
- T+1 – cerchi di sganciare la cintura di sicurezza e non ci riesci per 4 volte, poi finalmente libera provi ad alzarti dalla panca, ma ricadi pesantemente indietro con grande botta di sedere.
- T+2 – ti avvicini alla scaletta e cominci a scendere sottocoperta aggrappandoti ai tienitibene e svolazzando leggiadramente a destra e sinistra.
- T+3 – raggiungi il quadrato, cerchi di evitare la frattura di tutte le dita di un piede mentre ti spiaccichi contro la porta del bagno.
- T+4 – provi a toglierti il giubbotto autogonfiabile mentre i moschettoni della cintura volano tutto intorno a te e mentre lo fai ti ritrovi sparato in cabina di prua.
- T+5 – togli la giacca della cerata e la butti dove capita tanto non c’è modo di appenderla al suo posto.
- T+6 – sfili gli stivali, rollata, inciampi, rollata, fiuuu sono in equilibrio, rollata, pattini con disinvoltura sui tuoi bei calzettoni fino alla cabina di prua.
- T+7 – togli i pantaloni della cerata cacciandoli giù a forza, rollata, ti schianti contro il tavolino del quadrato provocandoti un ematoma esteso al gluteo destro, rollata, eviti i tuoi stivali per un pelo, rollata, finisci in cabina di prua.
- T+8 – afferri la maniglia della porta del bagno e tenti di aprirla, rollata, si apre la porta violentemente, perdi la presa e atterri sul mobiletto della cucina, rollata, ti giri e sbatti la testa contro le arance che dondolano placidamente nella loro bella retina. Trauma cranico.
- T+9 – entri in bagno mentre tutto intorno a te vibra. Adesso la parte più ardua: aprire quelle stramaledette valvole delle prese a mare, loro e chi cacchio le ha inventate. Hai un caldo e una nausea infernali.
- T+10 – ti siedi sull’asse della tazza, apri lo sportellino sotto il lavello, ci infili la testa per aprire le valvole e pensi “che strano, qualcuno le ha spostate più in basso, mica erano lì prima”, rollata, ti ritrovi ghigliottinata dallo sportellino.
- T+ 11 – ti alzi barcollando, alzi l’asse, rollata, si richiude, la riapri, rollata, si richiude.
- T+12 – cerchi di spogliarti in qualche modo puntellandoti con gambe, braccia e naso un po’ come capita. Ti siedi, rollata, l’asse ti sbatte sulla schiena.
- T+13 – la fai tenendoti abbarbicata alla tazza con tutte le tue forze. Adesso devi pompare, provi a farlo da seduta, rollata, rischi l’osso del collo picchiando la testa sulla porta del bagno, rollata, osso sacro distrutto sul bordo dell’asse.
- T+14 – ti rivesti, chiudi le prese a mare bestemmiando in turco perché lo sportellino si richiude tentando di tranciarti le dita.
- T+15 – apri la porta del bagno e vieni catapultata sulle arance che dondolano. Prendi una facciata da record e ti ritrovi con la cosiddetta guancia a buccia d’arancia.
- T+16, 17, 18, 19 e 20 – ti rimetti cerata, stivali e giubbotto mentre vieni frullata e spinta in tutte le direzioni. Ti attacchi disperatamente alla scaletta per risalire, risali, rollata, ginocchiata paurosa sull’ultimo gradino, altro ematoma, guardi la panca come un’oasi di salvezza, finalmente ti siedi, ti agganci ed esali l’ultimo respiro.
20 minuti per due gocce di pipì. Datemi i pannolini del mio nipotino please.
In tutto questo, Y2K è l’unica che sta bene. Lei viaggia con il suo pilota automatico “Ughetto” (che bolina stretto) e non ha affatto bisogno di noi. La sento urlare di gioia ad ogni surfata sulla cresta delle onde, raggiungendo quasi i 14 nodi, la sento gridare “fankulotuttikefigataandarecosì” mentre naviga dritta come un treno sui suoi binari a 9 nodi costanti. Lei non ha problemi, lei è “Gagliarda” (Copyright ZoomaX all rights reserved) e nonostante il suo equipaggio di fighissimi impasticcati, lei le condizioni “Gagliarde” (Copyright ZoomaX all rights reserved) le ama alla follia.
Il terzo giorno le condizioni meteo si placano, ci svegliamo con un sole pallidino e vento e mare in calo. Usciamo in pozzetto e ci diciamo “cavoli, non soffia più”. Un’occhiata allo strumento del vento ci dice che in effetti ci sono ancora 25 nodi. A noi sembra di essere finiti in mezzo alla zona delle calme equatoriali. Non possiamo ancora smettere di prendere le pastiglie per il mal di mare perché siamo ancora tutti cadaveri.
Cominciamo a mangiare, Max è l’unico in grado di mettersi ai fornelli e ci prepara una sbobba terrificante da una busta di minestrone liofilizzato. Ci sembra buonissima.
Scarichiamo meteo e grib, nella zona di mare in cui navighiamo il vento e il mare continuano “Gagliardi” (Copyright ZoomaX all rights reserved) ancora per giorni mentre nei settori più a sud le cose sono decisamente più miti, vento leggero (forse troppo) e onda di 1 metro max.
Ci guardiamo nelle palle degli occhi e decidiamo di puntare decisamente verso Sud-Sud Ovest, perché a continuare così siamo sì veloci, ma arriveremmo a Santa Lucia con la cambusa intatta e decisamente morti, fighissimi, ma morti.
Navighiamo verso sud, piano piano il tempo migliora, il nostro corpo si abitua alla nostra casa rollante, ma ancora non possiamo fare a meno delle pastiglie.
Finalmente cominciamo a dismettere gli indumenti pesanti e a indossare magliette e pantaloncini. Ci avviciniamo ai tropici. Ricominciamo a mangiare pasti decenti, a bere, iniziano gli aperitivi. Tutte le barche che continuano a navigare nei settori nord sono molto veloci, ma navigano sempre con le solite condizioni “Gagliarde” (Copyright ZoomaX all rights reserved), noi ce ne infischiamo bellamente della classifica e cominciamo a prendere il sole in bikini e costumino.
Considerazioni finali – stikazzi che settimana. Le cose sono due: o davvero la ARC parte troppo presto per condizioni meteo marine stabili in Atlantico o tutti quelli che riportano traversate da sogno, tipo imposto le vele, mi metto in pigiama e navigo sparato fino alle Antille senza fare più nulla sono dei pazzi visionari, forse impasticcati di Biodramina.
Scherzi a parte, i primi tre giorni sono stati davvero duri, una partenza davvero “Gagliarda” (Copyright ZoomaX all rights reserved), forse troppo per noi alla prima esperienza di traversata Atlantica. C’è stato un secondo in cui ho guardato negli occhi Max e in silenzio ci siamo trasmessi il messaggio “forse non siamo buoni per sta cosa qui”.
Poi però, la consapevolezza di vivere il sogno di una vita a bordo di Y2K che corre felice nonostante il delirio circostante ci ha dato la forza di ammettere che anche questo avvio turbolento fa parte del sogno. Alla via così Y2K e equipaggio Y2K logato e impasticcato. Siamo felici.
Alex
Navigation Report
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At 01/12/2015 11:43 (utc) our position was 16°47.59’N 033°18.98’W
SOG:7.2Kt COG:265T
WIND:3Kt from ENET
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Molto bello , grazie. Peccato non poterlo girare su VeLista non vorrei infrangere il vostro display mercato. Vabbe' pazienza tutta la gloria andrà a Roberto ….. Eh si Mauro levrini gira li i suoi report giornalieri … a bhe tutti a fare il tifo x y2k di Roberto Minoia Ahahahahahaha Buon Vento guaglio' siete grandi.
PS
Ma li leggono questi post?
Grandi ragazzi !
Ci hai fatto morire Alex con questo racconto 😉
Aspettiamo i prossimi.
BV
Max
Leggendoti ci ho dato di Xamamina..nonostante fossi steso bellamente nel mio immobile caldo e rassicurante lettuccio prima della ….buonanotte.
p.s. la mia…..solo invidia
alla via così. ..
Grazie per i bellissimi racconti.
Grandi!
Buon vento.
Fabrizio
Bravissimi… che sogno!!!… ma fa venire dei pensieri a chi stava facendoci un pensierino per l'anno prossimo!!!
Ale, sei mitica.
Noi del Paddy Boy ammiriamo Voi di Y2K INCONDIZIONATAMENTE!
…e speriamo di farcela a rivedervi ai Caraibi…
NON perdiamo una sillaba del Blog: GRANDI!!