Una delle notti scorse ci troviamo a Porto Soller sulla costa nord ovest di Maiorca, un bellissimo borgo immerso in una cala quasi perfettamente tonda dove è possibile trovare riparo per quasi tutte le condizioni di vento. È previsto un po’ di vento da sud, sud est, massimo forza 5.
La cala è già abbastanza affollata di barche, forse per il vento in arrivo. Quando diamo ancora la prima volta il vento da sud non è ancora presente e quindi il nostro ancoraggio è per forza in rapporto al vento in quel momento da nord. 35mt di calumo su un fondo di 7 mt e dopo il consueto bagnetto per controllo visivo dell’ancora siamo tranquilli.
Al giardinetto di sinistra abbiamo un australiano con l’ancora anche a poppa e che quindi non brandeggia, a prua un francese con una barca in alluminio. Situazione tranquilla, anche se siamo un po’ stretti, ma tranquilla. Dopo un repentino cambio di vento da nord a sud ed una raffica successiva ancora da nord le barche iniziano a ruotare, nulla di particolare, normale amministrazione in mediterraneo, ma ci troviamo forse troppo vicini alla barca francese. Non ci tocchiamo , ma non ci piace la situazione.
Quindi salpiamo l’ ancora e ci spostiamo. Proviamo un paio di ancoraggi, ma niente, l’ancora non prende, in alcune zone della baia è presente alga e forse scivola, purtroppo. Data anche l’ora, è quasi sera, il fondo non si vede. Il vento finalmente gira a sud e rimescola le carte degli ancoraggi. Il nostro ‘vecchio’ posticino è già stato preso mentre noi cercavamo altro, da chi forse non ha pena di stare troppo vicino agli altri.
Sulla destra della baia, ora con le barche girate a favore di sud, troviamo un bel angolo, forse troppo vicino ad un campo boe ormai vuoto per la stagione autunnale alle porte. In questa zona c’è anche meno fondo, circa 6mt. Riusciamo a dare ancora con 25mt di calumo stando lontano dalle barche alla nostra sinistra, lontano dalle boe dei bagnanti alla nostra destra, ma con il campo boe a circa 10 mt a poppa e con una boetta semi sommersa a meno di 3 mt da noi al punto massimo di brandeggio. L’ancora ha preso bene, siamo fermi. Il calumo non è molto, ma non possiamo darne altro ora.
Passiamo la serata piacevolmente, accompagnata dalla musica di un concerto jazz che arriva dalle rive alla nostra destra. Andiamo tranquillamente a letto e verso l’una, come nelle migliori sceneggiature, il vento da sud fa il suo ingresso prepotente. Ci svegliamo per il rumore della trazione della cima sul musone del salpa ancora. Quando usciamo a controllare ormai il vento la fa da padrone con i suoi 25kt e le raffiche fanno paura.
La boetta semi sommersa è sempre lì, alla nostra poppa a meno di un metro. Ok siamo fermi, ma non abbiamo abbastanza calumo per stare tranquilli, né possiamo allungare. Non possiamo permetterci di finire nel campo boe e prendere con l’elica o il timone qualche cima. Aspettiamo e controlliamo.
Sto seduto in pozzetto a guardare quella diavolo di boetta per capire se ariamo, tutto perfetto anche sotto le più forti raffiche. È qui, in questa situazione, che capisci quanto la tua migliore amica a bordo sia l’ancora. Chiamala Delta, Bruce, CQR o Rocna. È lei la tua migliore amica, è lei che è lì per te con i denti nella sabbia a non mollare.
È qui che allora cominci a parlarle, a ogni raffica sussurri di non mollare, dai che ce la fai! Dai che ce la fai! Le prometti che se non molla non la cambierai… Le dici che non è vero che stai prendendo le misure della Rocna, no, no, no, hai capito male, volevamo solo vedere quanto fosse brutta la Rocna rispetto alla bella e slanciata Delta.
Tuttavia ci rendiamo conto che non possiamo stare così. Aspettiamo un breve calo di vento, che arriva ciclicamente e ci spostiamo. Tiriamo fuori dall’acqua la nostra amica Delta. Andiamo un po’ più avanti e un pochino a sinistra. Siamo oltre le boe gialle che delimitano la spazio per i coraggiosi nuotatori che vogliono allontanarsi così tanto dalla riva, non ci importa, diamo fondo e questa volta abbiamo 40 mt di catena in acqua e siamo decisamente più lontani dal campo boe.
Cara Delta grazie, sei stata grande anche in questa occasione, hai confermato più volte il tuo valore e ricambiato le cure che ti forniamo, non ti lasceremo mai, soprattutto non per una neozelandese qualunque. 🙂
Max