Ogni tanto capita che qualcuno mi chieda cos’è quel piccolo cilindro giallo che è montato sul pulpito di poppa di Y2K. La sicurezza a bordo della nostra barca è sempre stata al centro dell’attenzione. Navigando per la maggior parte del tempo in equipaggio ridotto, tutta l’attrezzatura a bordo deve essere funzionale e perfettamente in ordine.
Mi sono sempre preoccupato di non riuscire a raggiungere una persona in acqua per aiutarla in caso di bisogno. E’ un evento non raro che può accadere anche se si è fermi in una rada.
Così difatti a noi è successo nell’estate del 2009 e solo grazie alla prevenzione il tutto si è concluso al meglio.
Siamo ancorati con le cime a terra in Grecia, sull’isola di Kalamos. Eravamo ancorati con le cime a terra, da diverse ore, a Porto Leone, nella parte Sud della baia. Verso le 18 si alza un violentissimo vento da N che ci spinge seriamente verso terra. Il vento ce l’abbiamo in faccia, oltre 25kt. Fino a 5 minuti prima non c’era un alito di vento.
Ormai è quasi scuro, il sole è già oltre l’orizzonte, dobbiamo cambiare ormeggio e spostarci nella parte nord della baia, anche se l’ancora sta tenendo ancora bene non è possibile passare così la notte.
Dobbiamo mollare prima le cime che ci legano a poppa, issare l’ancora e spostarci e dobbiamo fare tutto molto in fretta prima che sia completamente buio altrimenti sarebbe difficile dare ancora e rimetterci con le cime di poppa a terra.
Dopo aver acceso il motore e preparato tutto, Alessandra si tuffa in acqua per andare a liberare appunto le cime legate con una catena ad una roccia.
Forse per la troppa corrente o per il troppo sforzo, Alessandra, dopo aver slegato la catena, si trova in difficoltà, anche per via del peso della cima e della catena. Avrebbe potuto mollare tutto, ma nella concitazione della manovra non è venuto in mente a nessuno.
Per inesperienza, abbiamo commesso un grave errore sottovalutando troppo la manovra.
Alessandra si trova a 15/20 mt dalla poppa dalla barca che ormai si sta muovendo verso l’esterno, tirata dall’ancora . Da lì a qualche secondo si sarebbe allontanata ancora di più. Devo raggiungerla, ma non posso andare a nuoto e non posso ingranare la retromarcia perché la cima si trova sotto la barca. Ecco che mi ricordo della cima da lancio.
E’ stato facile prendere il sacchetto, pronto sul pulpito di poppa e lanciarlo con precisione vicino alla testa di Alessandra, è stato quindi facile riportarla a bordo in pochi secondi e senza fatica.
Abbiamo spesso ripensato a quanto è accaduto e ne abbiamo fatto sempre tesoro, evitando di arrivare a fare altri lanci con la nostra cima.
Inutile dire che un’ora dopo il vento era nuovamente scomparso… per scarsa conoscenza della zona abbiamo fatto fatica per nulla.
Com’è fatta la cima da lancio e come si usa.
La cima da lancio è una normalissima cima galleggiante, di colore giallo o arancione, è uguale a quella che normalmente si usa vicino al ferro di cavallo. Questa però, al posto di essere piegata alla meglio o su un bobina, è inserita in un sacchetto, a spira, in modo da uscire con precisione e senza incastrarsi. Sarà quindi sufficiente tenere un capo della cima con una mano e lanciare tutto il sacchetto verso il punto che vogliamo raggiungere. Durante il volo la cima uscirà dal sacchetto senza sforzo.
Il sacchetto è morbido e anche se dovesse colpire accidentalmente qualcuno non creerebbe danni. Esistono dei modelli che hanno il contenitore rigido, lasciatelo nello scaffale, pensate al danno che potreste fare alla testa del malcapitato. Grazie anche al peso del sacchetto sarà facile raggiungere anche distanze oltre i 20 mt.
Max
La carta nautica del post è stata presa dalla bella applicazione Navionics, disponibile gratuitamente online al LINK
Bell'aggeggino! Grazie del suggerimento Max! Essendo anche noi sempre in equipaggio super-ridotto, prenderò in seria considerazione epr le prossime ferie. 🙂
Molto interessante!! Io pensavo ad un Dan buoy… Auto Gonfiabile!
La vogliooo!!! 🙂
Grazie Mac per i tuoi preziosi "input"…Domanda "stupidina": dopo l'uso,come riponi la cima nel suo sacchetto in modo da garantire uno scorrimento senza "groppi" al momento del lancio?
Bacioni da Nysiros
G & R
Simone, sicuramente è un aggeggino che aiuta a gestire meglio la sicurezza, qualcosa in più
Grandsoleil42, il Dan Buoy è un altro prodotto che non dovrebbe mai mancare a bordo per la gestione dell'uomo a mare
Noi abbiamo il MOB della Plastimo, l'altro cilindro che vedi nella foto. Anche su questo farò un articolo quanto prima.
Giuliana,
riporre la cima è forse la parte più noiosa, perchè con calma la si deve infilare nuovamente a spirale all'interno del contenitore morbido.. ma se ce l'ho fatta io, lo può fare chiunque ! 🙂