Siamo in piedi già alle 8.00 del mattino.
Come da previsione il SE ha lasciato spazio al NW che soffia sui 15/18 nodi. Sappiamo dalle carte meteo che il vento è destinato ad intensificarsi parecchio, quindi rinforziamo gli ormeggi aggiungendo un paio di cime a poppa, un traversino che da prua va in banchina ed un secondo traversino che sempre da prua fissiamo ai frangiflutti del molo alla nostra destra. In questo modo, quando soffierà forte, la prua si manterrà dritta e la nostra ancora non sforzerà troppo.
Mentre tiriamo la cima a prua, ci rendiamo conto di impedire l’uscita ad un piccolo peschereccio ormeggiato alla nostra destra. Max quindi si avvicina e chiede all’armatore se per caso ha in programma di uscire in mare. Così conosciamo Calogero, un pescatore di età indefinibile originario di Linosa, residente a Lampedusa.
Una delle persone più squisite che abbiamo mai incontrato. Ci racconta la sua vita con occhi dolci, ma decisi, ha vissuto 17 anni a Milano lavorando come carpentiere. “Vivevo bene lì” – ci dice – “avevo tanti, tanti amici”. Capiamo dalle sue parole e dalla sua espressione che un lutto lo ha riportato a Lampedusa dove adesso vive da solo con i suoi due figli, un ragazzo ed una ragazza. Studiano tutti e due, ma il ragazzo lo aiuta con la pesca.
“I pescespada ci sono, bisogna saperli catturare” – racconta – “Io calo il palamito” (per i non addetti ai lavori, il palamito è uno strumento di pesca consistente in una lunga lenza con numerosi braccioli più sottili, ognuno dei quali porta un amo) “poi aspetto 2 giorni e lo recupero. Ci pesco pescespada da 30 kg !”
Ci facciamo raccontare le sue tecniche di pesca, cosa ne fa del pescato. Poi chiediamo di Linosa perché vogliamo andarci. “Linosa è tutta un’altra storia” – dice paragonandola a Lampedusa – “più pulita, la gente è cordiale”. Ci dice che lui andrà quando il maestrale smette di soffiare forte, ci dice che magari ci ritroviamo là insieme e che se pesca un pescespada più piccolo ce lo prepara alla griglia e ce lo mangiamo insieme. Ci chiede della nostra barca, delle nostre navigazioni. Calogero è un nuovo amico.
Preparata la barca, recuperiamo asciugamani e creme solari, saltiamo a bordo del nostro quad e partiamo alla volta della zona più caratteristica di Lampedusa: l’Isola dei Conigli.
Il luogo è area marina protetta – Zona A, riserva integrale – in quanto è uno degli ultimi posti d’Italia dove si riproduce la tartaruga marina della specie Caretta-Caretta ed è rigidamente salvaguardato dall’ente gestore Legambiente.
L’accesso alla spiaggia è anche esso rigidamente regolato, praticamente è vietato fare tutto, un cartello elenca il “Decalogo del bagnante responsabile”, vedere foto sopra a sinistra, zoomare per leggere bene
A tutti coloro che non hanno mai visitato questo posto, diciamo subito che per poter raggiungere il mare – circa 300 mt più in basso di voi – occorre molta pazienza, scarpe adeguate e fiato buono : bisogna percorrere un sentiero, sotto il sole di Lampedusa. I gestori hanno predisposto delle zone di “sosta” all’ombra di tettoie ove poter riposare qualche minuto seduti su panchine. Magari superflue in discesa, ma in senso contrario, vi assicuriamo hanno il loro perchè .
Nonostante ci siano parecchie persone (facciamo fatica a trovare un buco per stendere i nostri asciugamani) trascorriamo 3 ore in spiaggia, nuotando in un mare cristallino, passeggiando sulla sabbia impalpabile e rosolandoci al sole. Poi ripercorriamo il sentiero in salita riprendendo fiato di tanto in tanto.
Una volta tornati “su in cima”, ripartiamo a bordo del quad e torniamo a bordo di Y2K. Nel frattempo il maestrale è rinfrescato parecchio, si attesta sui 25 nodi. Ci mangiamo una salutare insalata greca e controlliamo gli ormeggi.
Trascorriamo il resto del pomeriggio a bordo, avevamo previsto di cenare fuori, ma il vento rinforza ancora e ormai siamo sui 27/30 nodi fissi con qualche raffichetta sui 35. Boliniamo fermi in porto. Non ce la sentiamo di allontanarci. Meteomar continua a trasmettere avvisi di burrasca che interessano praticamente tutti i mari italiani, sullo Stretto di Sicilia il NW imperverserà con forza di burrasca (7/8) per tutta questa notte, attenuandosi solamente a partire dalle 18 di domani… sarà una notte “ululante” per noi, ma anche per tutti i nostri amici velisti: “Senza Parole” a Tavolara, “Stellina” all’Asinara, “Aonami” a Porto Pollo in Corsica, “Hydra” in Croazia… solo “Piccola Peste” a Capo San Vito ha evitato la “maestralata” e se la gode in tutta tranquillità
Ciao ragazzi.
Qui in panciolle a San Vito si sta bene.
Vediamo i marosi al largo e il bianco del frangere delle onde sui bassifondi a nord della baia.
In porto non c'è neppure vento.
Domani mattina si riparte per le baiette dello Zingaro e Castellamare.
buon vento a tutti !
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