Ieri (2 agosto) non ci siamo svegliati. E vabbè capita, tanto chi ci corre dietro ? Giornata quindi dedicata a riposo e bagno in quel di Favignana davanti all’isolotto del Preveto.
Parte della serata la passiamo un pochino ballando, è uscito un NE allegro che solleva un piccola onda fastidiosa sino a mezzanotte, quando finalmente cala, riusciamo ad addormentarci senza il rumore fastidioso dell’acqua contro lo scafo.
Questa mattina invece la sveglia l’abbiamo messa, non abbiamo confidato solo sul nostro orologio biologico, che dopo un anno di lavoro è anche lui in ferie
La navigazione è avvenuta sempre a motore, mare calmissimo e solo una bava di vento, utile forse per le derive, non certo per un cabinato.
Il percorso tra Favignana e Pantelleria avviene in un tratto di mare molto caratteristico sia per la sua conformazione che per la navigazione, benvenuti nel Canale di Sicilia detto anche Stretto di Sicilia (da non confondersi con lo Stretto di Messina ).
Il Canale di Sicilia è il braccio di mare che separa la Sicilia dalla costa Nord Africana, ed è anche l’unico tratto fra i mari Italiani ad essere cosparso di secche e banchi, alcuni dei quali possono essere pericolosi per la navigazione di una imbarcazione come la nostra. In realtà, con calma di vento e mare poco mosso, nessuno dei banchi rappresenta davvero un rischio, dato che la profondità minima che si incontra è di 7 metri, ad eccezione dello scoglio Keith a SW di Marsala. Con vento fresco e mare formato però, su queste zone il mare può frangere e in ogni caso aumentare e divenire difficile per una imbarcazione, inoltre intorno ai banchi si creano delle forti correnti alcune ancora poco conosciute.
Durante la nostra navigazione abbiamo attraversato due banchi, il primo, il Banco Avventura, molto grande, esteso, è un triangolo di mare che inizia a Capo Lilibeo per terminare 15 mg a nord di Pantelleria, il secondo molto piccolo a 20 mg a NNE dell’Isola chiamato appunto Banco Pantelleria.
In quest’ultimo banco è molto facile vedere pescatori in cerca di qualche bella preda e turisti che effettuano immersioni. Anche noi ci siamo fermati a fare un bagno ed un pochino di snorkeling, visto che la profondità decresce in modo repentino da 100 mt a 15 metri, acqua blu cobalto ma con il fondo visibile. L’acqua era bollente, circa 28 gradi. Bagno strepitoso.
Lasciato il banco Pantelleria abbiamo nuovamente fatto rotta verso Sud per raggiungere la nostra meta che era ancora a 20 mg da noi, visibile ma ancora lontana. Su questa rotta così a Sud si attraversa una vera e propria autostrada del mare, con le navi che vanno e vengono da Suez per il Mediterraneo centrale, passano da qui appunto per evitare le zone dei Banchi. Questa volta non abbiamo trovato molto traffico, due anni fa abbiamo un pochino penato in un paio di incroci.
Il meteo ci aveva annunciato un tendenza del vento a provenire da W forza 3, pertanto abbiamo cercato una rada che potesse farci dormire sonni tranquilli, abbiamo provato prima la Cala di Levante, molto bella e famosa per il bellissimo arco naturale detto Punta dell’elefante. Qui l’unica zona decente con fondali inferiori ai 20 mt è a nord della cala, purtroppo inagibile per un parco boe per barche locali e di turisti.
Ci siamo quindi allontanati per andare a Cala Gadir, poco più a Nord, avevamo già visto una barca ancorata e così ci siamo messi anche noi, vicini a loro… non però vicini, vicini…
L’ancoraggio l’abbiamo fatto in 16mt d’acqua, tanto per i nostri canoni, abbiamo messo il grippiale (che si è rilevato corto per un metro!!! ) perché il fondo è molto roccioso, con grandi massi e la nostra Delta la vorremmo recuperare, visto anche quello che costa !
Fatti i bagni di rito, l’acqua era oltre i 29 gradi, sistemato il grippiale con una piccola giunta (AHAHAHAHAH) ci siamo tranquillizzati e preparati un bell’aperitivo per brindare al nostro arrivo a Pantelleria.
Domani andremo in porto.
Fair winds and calm seas.