Quando ci svegliamo al mattino, le altre barche che sostavano in rada con noi la notte precedente sono già partite tutte Noi facciamo colazione con calma e poi issiamo l’ancora. Siamo pronti per affrontare l’ultimo tratto di mare che ci separa dalla quasi-fine della nostra crociera: vogliamo “riposarci” dalle fatiche velistiche trascorrendo un paio di giorni in ozio totale alle Egadi.
Lasciamo la rada di Mazara in totale assenza di vento e la navigazione procede senza alcun evento fino a poche miglia da Favignana. Non appena infatti ci avviciniamo a Capo Lilibeo, il vento rinfresca sempre di più. Alla fine ci ritroviamo un bel NW – quindi bello preciso sulla faccia – sui 15/16 kt.
Fatta eccezione per la sventolata di Lampedusa, abbiamo passato 4 settimane in mezzo alle calme equatoriali per poi ritrovare una bella brezza qui alle Egadi, dove effettivamente il vento non manca mai se non in casi del tutto eccezionali (tipo allineamento cosmico di pianeti, eclissi contemporanee di luna e di sole o robe simili).
Non alziamo le vele, ormai siamo arrivati, e volgiamo la prua verso Cala Azzurra, ottimo ridosso per i venti da NW, che raggiungiamo verso le 2 del pomeriggio.
La cala è piuttosto affollata considerato che è fine Agosto, troviamo un posticino nelle retrovie sulla sinistra, dove il fondo non è particolarmente “attraente” in quanto coperto da posidonia. Eseguiamo la manovra di ancoraggio sfilando a poppa di “Y2K The Original” – ora ribattezzata “Ottobre Blu” – per noi è sempre una forte emozione rivedere la compagna di tante avventure.
Ci concediamo un tuffo rinfrescante e poi ci prepariamo uno spuntino. Ci divertiamo assistendo alle “performance” del bagnino di Cala Azzurra. Sì perchè adesso Cala Azzurra, grazie ai suoi 2 metri quadrati di spiaggia, può vantare un suo “baywatch” (ovvero il guardia spiaggia per coloro che non masticano la lingua ). Costui – che da ora merita a pieno titolo il nome di “fischietto bollente” – fa rispettare il limite dei 200 metri fischiando anche in maniera “preventiva”. Tipo un tender che si stacca dalla propria barca, avanza 1 metro: fischio e urlatone. Un gommone in arrivo punta un pò troppo decisamente verso lo specchio di acqua “proibita”: fischio e urlatone. In un caso partono anche parole forti… diciamo subito che rispettare la distanza dalla spiaggia è giustissimo, ma “fischietto bollente” qui ci pare un tantino nevrotico
Nel tardo pomeriggio la brezza – come sempre in questa zona quando si è in regime anticiclonico – si attenua e cala del tutto. I vari motoscafi, barche e barchini dei diportisti giornalieri rientrano e noi possiamo spostarci per dare ancora in mezzo alla cala in 6 metri su fondo di sabbia.
Per cena ci prepariamo un bel piatto di spaghetti saltati in padella al sugo di sgombro
Ciao ragazzi! Grazie mille per il commento al bagnino di cala azzurra… "fischietto Bollente". Mi trovo in rada a cala azzurra adesso e dopo averlo fatto sgolare per qualche minuto mi sono deciso ad ormeggiare a 300 metri anzicchè 500 mt. come desiderava il "bagnino isterico"… e pensare che non c'è nessuno , baia deserta e vento teso!
Ciao
Luca
"Miaplacidus Sailboat"
Ciao Luca,
HAHAHAHAH mi fai troppo ridere… 🙂
Sono a Milano, dietro ad una scrivania, ma se chioudo gli occhi mi sembra di sentirlo !!!
"E allora…. coime ve lo devo dire…!!! Chiamo la guardia costiera !!!! " AHAHAHAH
Lascialo gridare !
Ma quando gli finisce il contratto a questo !!! 🙂