La giornata è nuvolosa, a bordo l’abbiamo definita loffia. La cala sì è svuotata, poco vento. A riva vediamo un bel po’ di gente con i pantaloni fluorescenti come quelli delle ambulanze e della protezione civile, c’è in effetti anche un ambulanza. Tutti seduti sulle rive, appollaiati sugli scogli che guardano il mare. Per un po’ temiamo sia successo qualche cosa, poi vediamo entrare in acqua dei sommozzatori ed un uomo al megafono annuncia l’inizio dell’esercitazioni con i cani da salvataggio. OK. Bene, meno male non è successo nulla.
Dopo pochi minuti arriva un gommone della Guardia Costiera che ci chiede di lasciare la cala per una esercitazione. Protestiamo, siamo davvero molto lontani dal luogo dove si immergono, ma non ne vogliono sapere… purtroppo hanno ragione loro e ce ne andiamo pigramente.
Ci dirigiamo al Preveto, ma ci sono già molte barche, allora ce ne andiamo verso Cala Tonda, poi…. come un fulmine a ciel sereno… DAI si va a Marettimo.
Navigazione tranquilla a motore, al largo il mare lungo si fa sentire, ma niente vento. Arrivati a Marettimo, costeggiamo la bella isola circumnavigandola in senso orario, mantenendoci a 500 mt dalla costa nella zona B e fuori dalle boe nella zona A.
Praticamente si vede l’isola con il binocolo. Conosciamo le belle cale e le bellissime grotte, più volte visitate negli anni 90 quando il parco non esisteva. Sospiriamo. Ci permettiamo una sola domanda: i locali possono navigare e fermarsi insieme ai turisti con le loro barche, vecchi pescherecci che fumano e sbuffano, noi non possiamo. E’ solo la nostra opinione, ma davvero ci pare una norma assurda e discriminatoria.
C’è pochissimo vento da NE e onda lunga, impossibile stare nella zona C dedicata al diporto, bisognerebbe andare in porto. Ci addentriamo nel porticciolo a Sud del paese per dare un occhio ed annusare l’aria per le prossime volte, oggi non ci fermeremo, non abbiamo voglia di entrare in un porto, anche se davvero caratteristico. Ce ne andiamo a fare un bagno a Cala Martino, vicino a Pta Bassana. Si rolla ma l’acqua di un blu intenso è anche calda, oltre 21 gradi, Marettimo è immersa in correnti calde, ne approfittiamo e poi dopo un giretto in gommone ce ne ritorniamo verso Favignana.
Caliamo la lenza, come nel tragitto di andata, e a circa 3 miglia da Marettimo, la lenza parte con il suo classico rumore acuto. VAI CHE STASERA ABBIAMO IL PESCE! Dopo circa 10 minuti tiriamo a bordo un bel tonnetto di quasi 2 kg. BENE !
Arriviamo a Favignana e ancoriamo a Ovest dell’isolotto del Preveto, a Est ci sono già molte barche. Max si accinge a pulire il tonno a poppa, quando gli scappa di mano e finisce in acqua, affondando… PORCA PALETTA! L’acqua è freschina sui 18 gradi, il fondo 8 metri, con la maschera guardando il fondo si vedono i differenti termoclini, giù sarà ancora più fredda. Calzate le pinne, prima immersione… niente, l’acqua giù è davvero fredda ed il timpano sinistro di Max è pigro e non compensa. Riprova e alla seconda immersione ritorna vittorioso come se avesse preso il pesce una seconda volta, però gli fa un po’ male l’orecchio… il dolore passerà in serata.
Il tonno ha anche le uova, che delicatamente togliamo e mettiamo da parte, chiameremo il mitico Francesco di Senza Parole per sapere come conservarle e preparare la bottarga.
Regaliamo metà del tonno ai nostri ‘vicini per una notte’, un Oceanis 423 di nome Gaia, che vengono con grande piacere a ritirarsi parte del tonno, ci dicono che stanno già pensando a due spaghetti con un bel sugo di tonno. Anche noi ci facciamo un bel sughetto da gustare con degli spaghetti e come antipasto una tartare venuta davvero buona, grazie anche a dei velisti di Palermo che ci hanno regalato due preziosissimi limoni !
La serata è tiepidamente piacevole, serena, la luna accenna a farsi vedere è nel suo primo quarto, la brezza è debole e nella notte se ne andrà definitivamente. Ce ne andiamo a letto sicuri di aver passato un grandiosa giornata.