Estate 2010 – Giorno 7 – Tindari (Parte Seconda)

Nota di servizio e aggiornamento su Tindari, ci siamo documentati: la zona dei laghetti di Marinello è una riserva naturale orientata. Le boe che credavamo segnalassero solamente i bassi fondali in realtà delimitano la zona interdetta alla navigazione e all’ormeggio. Queste boe sono esattamente quattro: due poste a terra e due in mare.

Le imbarcazioni possono ormeggiare solamente a sud di questa zona.

Giornata di relax assoluto trascorsa in questa bellissima località. Siamo atterrati con il tender e abbiamo visitato i laghetti interni. Davvero particolari.

Numerose sono le leggende che circondano questo luogo sia religiose, legate al culto della Madonna Nera del Tindari, qui molto radicato – centinaia di pellegrini visitano il Santuario ogni anno – sia mitologiche legate a Dionigi di Siracusa. A noi piace riportarne una legata alla Madonna Nera e che sembra abbia alcune varianti.

Una donna la cui figlia è molto malata fa voto alla Madonna Miracolosa di Tindari per ottenere la grazia. La bambina guarisce inspiegabilmente, quindi madre e figlia si recano in pellegrinaggio al Santuario per rendere omaggio alla Vergine.

Una volta al cospetto della statua, la donna vede che la Madonna è nera e delusa pare abbia detto: “Sono venuta da tanto lontano solamente per vedere una ancora più brutta di me !” Mentre pronuncia queste parole, la figlia, rimasta intanto incustodita, precipita dal monte in mare.

La madre disperata corre per tentare di salvarla di nuovo invocando la Vergine di farle la grazia. La donna raggiunge il mare e si precipita verso la figlia. Mano a mano che corre verso le acque del mare, queste si ritirano sempre di più lasciando scoperto il fondo sabbioso fino a che la donna finalmente raggiunge la bambina sana e salva, adagiata sulla sabbia.

E così che la leggenda della Madonna Nera vuole siano nate le lingue di sabbia di Tindari.

I laghetti di Marinello

Per il resto della giornata solo tuffi, nuotate, tintarella, pisoli e molta attenzione alle innumerevoli imbarcazioni di tutte le misure e forme che – essendo oggi domenica – hanno invaso la baia dando prova che la creatività umana in fatto di modalità per filare l’ancora è assolutamente infinita: filare 5 metri di catena in 10 metri di fondo, arare, e ridare ancora arando sempre, ma facendo gli indifferenti, e lui al timone che urla insulti di ogni tipo a lei a prua al verricello, e filare l’ancora facendosi tutta la baia in retro, agganciare il vicino, agganciare il vicino e portarselo in giro, e agganciare il vicino, tentare di liberarsi con la gaffa, incastrare la gaffa nella catena del vicino, perdere la gaffa, rifare l’ormeggio, il vicino che urla etc, etc, etc .

Giornataccia anche per i nostri amici della motovedetta CP più volte costretti ad utilizzare il megafono per far allontanare dalla zona vietata decine di motoscafini e barchini.

La sera assistiamo a molti fuochi di artificio mentre una processione di piccoli pescherecci adornati a festa da tante piccole lucine porta in mare l’immagine di un santo o della Vergine: siamo troppo lontani per vedere bene, ma è comunque molto suggestivo.

Domani ci muoviamo con destinazione Milazzo (o oltre, vediamo), fair winds e calm seas a tutti.

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